Presidio all’esterno dell’ospedale Manzoni di Lecco, due ore di sciopero
Carenza di personale e operatori stremati dai turni. “Tutelare i lavoratori per un sistema sanitario efficiente”
LECCO – I lavoratori dell’azienda ospedaliera incrociano le braccia: si è svolto questa mattina lo sciopero all’ASST di Lecco che ha riguardato tutto il personale ospedaliero, per denunciare una carenza di personale che sta mettendo a dura prova gli operatori sanitari. Tre i presidi che si sono svolti di fronte ai tre ospedali della provincia (quelli di Lecco, Merate e Bellano).
Uno sciopero simbolico, di sole due ore con i servizi essenziali comunque garantiti, ma è la seconda mobilitazione dei lavoratori dell’ospedale in soli due anni, segno di un disagio che perdura da tempo e che l’emergenza del Covid ha ulteriormente acuito.
“Sono presenti oggi tutte le figure professionali che operano all’interno dell’ospedale, dagli infermieri ai tecnici e anche gli amministrativi per i quali, anche nel loro caso, non c’è ancora oggi un piano di assunzioni – spiega Catello Tramparulo della FP Cgil – va ricordato che anche la campagna vaccinale è legata al tema del personale perché vi sono in prima linea infermieri e operatori sociosanitari dell’azienda ospedaliera, sia nella formula del lavoro ordinario che con formule aggiuntive, dall’attività in libera professione ai Co.co.co. fornendo quindi una disponibilità ulteriore rispetto alla loro attività ordinaria, per garantire una campagna vaccinale che altrimenti non ci sarebbe”.
“A fronte di 135 mila ore di riposo da recuperare, 41 mila giornate di ferie arretrate e 850 operatori contagiati nel corso dell’anno, c’è evidentemente un problema oggettivo che è un problema di personale – spiega Mirko Scaccabarozzi, segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco – Oggi siamo qui per chiedere che venga affrontato. Non ci si può fermare ai minimi previsti da una legge del 1988, dobbiamo adeguare la norma rispetto al servizio che viene erogato oggi alla cittadinanza. E’ una situazione complicata qui nel lecchese, pur parlando di una delle realtà più grosse in termini occupazionali e sulla dovrebbe esserci la massima attenzione della politica che invece resta in silenzio”.
Uno sciopero per i lavoratori e per i cittadini
“Non si manifesta contro i cittadini , come qualcuno vorrebbe far passare, si sta scioperando per dare sicurezze e tutele ai lavoratori ed offrire un sistema sanitario efficiente per la cittadinanza – spiega Salvatore Monteduro, segretario provinciale della Uil Lario – in questi mesi si è visto quanto la sanità sia importante per garantire la salute ma anche la ripartenza economica”.
“Questi lavoratori – aggiunge Monteduro – da 14mesi stanno garantendo il sistema sanitario anche non fruendo di ferie e dei congedi, sacrificando l’affetto dei propri cari. Ma l’emergenza non si ferma al Covid, bisogna tornare a garantire i servizi a quei cittadini che in questi mesi di pandemia hanno avuto la sospensione delle cure”.
Senza possibilità di ferie e doppi turni
“Dove si lavora per l’assistenza dei malati Covid i lavoratori non sono in condizione di usufruire delle ferie perché non c’è chi può dare loro il cambio, vengono fatti doppi turni che, per un professionista della nostra categoria, sono difficili da sopportare. Avvengono inoltre cambi di turni improvvisi e così è diventato sempre più complicato, per gli operatori sanitari, poter conciliare la vita lavorativa con quella familiare” spiega Mariella De Astis di Nursing Up.
“Con la scusa della pandemia – aggiunge Gabriella Perotti, referente nazionale del sindacato degli infermieri – l’azienda mette in pratica degli abusi che non sono giustificabili. La carenza di personale è un problema non solo lecchese ma qui c’è un’azienda sorda nel rilevare i problemi dei lavoratori e che mette in atto azioni in modo unilaterale”.
“A tutto questo – aggiunge Ellis Foschini della Usb – si sommano le ritorsioni nei confronti di rappresentanti sindacali che si oppongono alla mancanza di sicurezza. Abbiamo subito richiami disciplinari, denunce. E’ ora che questo atteggiamento finisca e si pensi davvero alla sicurezza dei lavoratori, alla mancanza di personale e alle conseguenze che ne derivano”.
I ringraziamenti non bastano
“Sono anni rivendicazioni che potiamo avanti da anni – sottolinea Diego Riva, segretario provinciale della Cgil di Lecco – e da anni non stiamo avendo delle risposte. Uno dei temi fondamentali sono anche le relazioni sindacali, senza le quali non è possibile trovare il giusto denominatore comune, sia per i lavoratori che per chi usufruisce dei servizi. Gli operatori dell’azienda ospedaliera hanno continuato a fare il proprio dovere nei momenti più difficili. Non è possibile pensare di avere ringraziamenti ma che non vengano onorati i gusti diritti, a partire dall’applicazione dei contratti nazionali”.
“Ci sono persone che continuano a fare il proprio dovere – ribadisce Riva – tenendo alta l’eccellenza del lavoro che mettono a disposizione”.