Dalla Cina l’appello di Rachele: “State a casa: è difficile, ma porta risultati”

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26 anni, originaria della Valletta, vive a un’ora di distanza da Shanghai e sta affrontando l’emergenza in prima persona

Ha lanciato un appello su Facebook per spronare amici e conoscenti a non uscire di casa rispettando i dispositivi governativi per contenere il coronavirus

LA VALLETTA – “Sì, forse ingrasserete perché diventerete una cosa solo con tv e divano, ma non morirete certo di noia. E’ difficile? Sì, certo. Ma solo il sacrificio porta a grandi risultati”. Rachele Longhi, 26 anni, originaria della Valletta, da 4 anni vive in Cina. E, da settimane, da Hangzhou, provincia di Zheyiang, sta vivendo in prima persona, con tanto di mascherine e guanti di ordinanza, la maxi emergenza sanitaria che ora sta riguardando in maniera seria e preoccupante anche l’Italia.

“Siamo ancora vivi!”

Domenica Rachele, residente a circa un’ora di distanza da Shanghai, ha voluto condividere su Facebook un post per rassicurare tutti i suoi amici italiani che si può sopravvivere anche in “quarantena”. Chiaro e diretto il messaggio corredato da una fotografia che la ritrae sorridente insieme al suo fidanzato. “Ciao belli, ecco qui due persone che sono state chiuse in casa per più di un mese e mezzo. Oddio, siamo ancora vivi! No aperitivi, no partitelle di calcio, no birretta con amici, no cenetta #sushiloversss e chi ne ha più ne metta per più di un mese e mezzo, ma solo casa, noia, noia e casa! Sí, siamo ancora vivi!”.

Sarebbe dovuta rientrare in Italia a gennaio

Rachele era arrivata nel paese del Dragone quattro anni fa per una vacanza studio dopo la laurea triennale in mediazione culturale all’università dell’Insubria e si era “innamorata” al tal punto di questa nazione dalla cultura millenaria da decidere di effettuare lì la specializzazione universitaria laureandosi in business management. Sarebbe dovuta rientrare in Italia a gennaio in occasione del capodanno cinese, ma l’emergenza coronavirus l’ha bloccata in Cina, anzi in casa, senza poter neanche più continuare a uscire per il lavoro. Rachele è convinta: “Non si muore di noia, ma di ignoranza forse un giorno sì. Ci sono voluti 6mila casi di Covid19 a far arrivare forse a capire che sì, è meglio chiudere la Lombardia e che sì, forse finalmente è arrivata l’ora di stare in casa. Raga, state in casa, uscite il meno possibile. In Italia nella proporzione dei contagiati per mille abitanti, abbiamo superato la Cina, e nessuno se ne accorge… Attualmente il tasso d’incremento dei contagi in Lombardia è superiore a quello rilevato a Wuhan durante la prima settimana di quarantena”.

“Qui vediamo la fine del tunnel”

Il messaggio di Rachele è carico di speranza: “Qui finalmente la situazione sta nettamente migliorando, ma se tutti i cittadini e gli stranieri non avessero ascoltato, non si fossero comportati come hanno fatto negli ultimi quasi due mesi e non avessero seguito le indicazioni governative dettate in modo chiaro, oggi qui non avremmo ancora visto la luce in fondo a questo tunnel infinito”. Bisogna stare a casa e limitare allo stretto necessario le uscite: “Il fatto di stare a casa da scuola o dal lavoro non è un motivo in più per party hard, settimana bianca o gita fuori porta ma è solo motivo di stare chiusi in casa e vi assicuro che sì, forse ingrasserete un po’ perché mangerete dal mattino alla sera e diventerete una cosa sola con tv e divano, ma non morirete sicuramente di noia. È difficile? Sí, certo. Ma solo il sacrificio porta a grandi risultati”.