Ennesima giornata da dimenticare per i pendolari delle linee lecchesi
Disservizi e disagi che arrivano dopo quelli di ieri pomeriggio, quando ci sono volute ore prima che la circolazione tornasse alla normalità dopo lo sciopero
LECCO / CERNUSCO – Ennesima giornata da incubo per i pendolari della linea Lecco- Milano: la circolazione lungo la direttrice sta subendo forti ritardi per un guasto alla linea ferroviaria nella stazione di Monza. Trenord precisa che si tratta di un problema infrastrutturale e perciò di competenza di Rfi che sta intervenendo per il ripristino.
Pesantissime le ripercussioni alla circolazione con la cancellazione e la modifica del percorso di alcuni treni, con disagi insostenibili per i pendolari. A raccogliere le rimostranze dei viaggiatori è Eleonora Lavelli, segretaria provinciale di Azione che ieri, martedì, è rimasta “bloccata” in stazione a Sesto San Giovanni per due ore visto che la circolazione dei treni, ferma sino alle 17 per lo sciopero proclamato a causa dell’accoltellamento a un controllore, non ha ripreso a funzionare regolarmente prima delle 20.
“I nuovi disservizi di questa mattina rappresentano l’ennesima fatica per i pendolari, già stremati dalla giornata di fortissimi disagi di ieri, quando ho assistito a scene veramente sconfortanti: bambini piangenti e persone urlanti stipate nei pochi treni che sono passati in direzione Monza-Lecco. Disagio veramente palpabile, tra chi si è sentito male, tra chi ha iniziato a strattonarsi per trovare un piccolo spazio sul treno. Le forze dell’ordine sono intervenute per portare via una persona instabile che ha urlato per mezz’ora, nessuno però ha dato un supporto alle persone presenti in una stazione priva dei benché minimi servizi, a cui non è stato dato uno straccio di informazione. Situazioni da terzo mondo, che in Lombardia è surreale vedere”.
Aspettando di poter far ritorno a casa, Lavelli ha raccolto ieri un po’ di testimonianze e sfoghi dei pendolari. Oscar, 25 anni, di Calco, ha atteso un treno per Cernusco in stazione Garibaldi dalle 15 riuscendo a salire solo alle 18.30 su un vagone stracarico: “Ho visto scene dell’apocalisse tra gente che si spinge giù dal treno e che si insulta”.
Stesso copione per Claudio, 55 anni, di Osnago che è riuscito a tornare a casa, stremato, dopo le 20 così come Vincenzo, 57 anni, di Lomagna: “Arrivare in stazione stanchi da una giornata di lavoro e dover attendere due ore fermi come “oggetti dimenticati” è inaccettabile! Nessuno che si preoccupa dei pendolari: mi chiedo come sia possibile che si possa confermare alla guida della Regione chi sta dando prova di mala gestione del servizio ferroviario”.