Merate, una chiesa che non è solo mura: mons. Agnesi celebra il 30° di consacrazione

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Autorità religiose, civili e militari con monsignor Agnesi (Foto Punto Foto)

Il 26 settembre 1993 il cardinal Martini consacrò la chiesa prepositurale di Sant’Ambrogio

Monsignor Agnesi: “E’ bello pensare che da questa chiesa viene anche la nostra quotidianità testimoniata dalle nostre scelte, dal nostro stile,  dalla cura della casa e del coraggio di affrontare momenti difficili”

MERATE – Un anniversario che deve sapere accendere un desiderio di novità di relazioni tra parrocchiani per riscoprire la bellezza del cammino insieme e con Dio. E’ l’auspicio con cui ieri sera, martedì, è stata celebrata la messa solenne in occasione del 30esimo di consacrazione della chiesa prepositurale di Sant’Ambrogio.

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Ben più antica nella fondazione, come ricostruito nel volume curato da Achille Panzeri e Pinuccia Ravasi, presentato domenica 17 settembre, la chiesa venne consacrata il 26 settembre del 1993 dall’allora cardinale Carlo Maria Martini, come testimoniato anche dalla lapide posta in fondo alla chiesa.

 

“Alcuni di voi si ricorderanno anche quel giorno” ha esordito monsignor Franco Agnesi, vicario generale della Diocesi, nella predica della liturgia concelebrata con il prevosto don Luigi Peraboni e il coadiutore dell’oratorio don Davide Serra.

“Celebrare questo anniversario ci impone di domandarci il senso dell’edificare una chiesa e consacrarla. Vuol dire chiederci cosa pensavano coloro che hanno pensato, costruito e voluto questo edificio sacro e interrogarci altresì sul perché custodiamo questa chiesa. Lo facciamo di certo per noi, ma anche perché nel cuore portiamo il desiderio che questa sia la casa di preghiera, il luogo dell’eucarestia e della riconciliazione per chi viene dopo di noi”.

Riallacciandosi alle letture e al brano del Vangelo letti, monsignor Agnesi ha evidenziato come ciascun fedele sia un collaboratore di Dio, impegnato a costruire qualcosa che resti per chi verrà.
“Questa chiesa ci ricorda che il Signore ci viene sempre incontro e ci segue anche nelle nostre fatiche e nel nostro esilio. E’ bello pensare che da questa chiesa viene anche la nostra quotidianità testimoniata dalle nostre scelte, dal nostro stile, dalla vita di ogni giorno, dalla cura della casa e del coraggio di affrontare momenti difficili come abbiamo fatto in questi anni complicati, offrendo la nostra salute e la nostra malattia”.

Monsignor Agnesi ha infine posto l’accento poi sul potere “salvifico” della parola di Dio: “A volte basta entrare in chiesa per essere colpiti da una parola, da un messaggio. Ricordando la consacrazione di questo altare ci ricordiamo che il Signore ci guarda e ci invita e riusciamo a fare cose che non pensavamo neanche di fare”.

All’inizio della celebrazione il prevosto ha voluto ringraziare tutte le persone presenti, a partire dalle autorità civili (il sindaco Massimo Panzeri) e militari (il comandante della stazione dei Carabinieri Edonio Pecoraro), per aver voluto condividere la celebrazione con il vicario generale della Diocesi di Milano rinnovando l’invito a ascoltare con attenzione la parola del Signore e a proseguire nel cammino di comunità.