Ospedale di Merate: cresce la qualità. Lo dice il rapporto Agenas

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Ospedale Merate

Oggi è stato presentato a Roma il Programma nazionale esiti di Agenas

L’ospedale di Merate rientra tra i 7 presidi italiani che hanno superato le criticità riscontrate in precedenza passando a un livello alto

MERATE – Migliora la qualità dell’ospedale San Leopoldo Mandic. A metterlo nero su bianco è il rapporto  del Programma nazionale esiti realizzato da Agenas, (l’agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali) in cui il presidio di via Cerri viene annoverato tra le 7 strutture italiane che, rispetto alle aree critiche segnalate lo scorso anno per l’audit, hanno non solo superato le criticità precedentemente evidenziate, ma sono riuscite anche a passare da un livello molto basso di qualità a un livello alto o molto alto.

Un risultato positivo che getta uno spiraglio di luce su una struttura ospedaliera da anni al centro del dibattito in merito al depauperamento e alla progressiva riduzione dei servizi, con molti interrogativi che nel corso degli anni hanno accompagnato e segnato anche la vita politica del Meratese.

Non è un caso se proprio nell’ultimo consiglio comunale, tenuto settimana scorsa, il sindaco Mattia Salvioni abbia rendicontato sulle attività svolte nel primo semestre del 2024 rapportandole allo stesso periodo di tempo del 2023. Una fotografia che aveva messo in luce alcune criticità (come il crollo dei ricoveri nel reparto di ostetricia dovuto alla chiusura del punto nascite) ma anche delle specificità, come il balzo registrato in  Urologia, l’incremento dei ricoveri in Terapia del dolore e un maggior utilizzo delle sale operatorie.

Ora a fornire una nuova prospettiva sull’ospedale di Merate sono i dati contenuti nell’edizione 2024 del Programma nazionale esiti (Pne), curato dall’Agenzia nazionale dei servizi sanitari e presentato oggi, martedì 29 ottobre, a Roma, che si riferiscono all’attività ospedaliera erogata nell’anno 2023 da 1.363 ospedali pubblici e privati e a quella relativa al periodo 2015-2023 per la ricostruzione dei trend temporali.

Il programma rappresenta infatti un osservatorio permanente sull’assistenza ospedaliera che, attraverso l’analisi della variabilità dei processi e degli esiti tra soggetti erogatori e tra gruppi di popolazione, consente di monitorare i trattamenti di provata efficacia e produrre evidenze epidemiologiche sulle interazioni esistenti tra assetti organizzativi, modalità di erogazione e performance assistenziali, anche nell’ottica di far emergere eventuali criticità da sottoporre a specifiche attività di audit.

Così come nell’edizione 2023, è stata data particolare attenzione a descrivere i cambiamenti avvenuti a seguito della pandemia e le dinamiche che stanno caratterizzando il ritorno alle attività ordinarie.
Nell’edizione, sono riportate, per i diversi ambiti nosologici, le valutazioni relative ai volumi di attività chirurgica a elevata complessità, all’accesso alle procedure tempo-dipendenti, all’appropriatezza clinico-organizzativa, agli esiti e all’equità delle cure. In particolare, sono stati calcolati complessivamente 205 indicatori (10 in più dell’anno scorso), di cui 180 relativi all’assistenza ospedaliera (70 di esito/processo, 88 di volume e 22 di ospedalizzazione); 25 relativi all’assistenza territoriale, valutata indirettamente in termini di ospedalizzazione evitabile (14 indicatori), esiti a lungo termine (7) e accessi impropri in pronto soccorso (4).

“Anche quest’anno – ha dichiarato Manuela Lanzarin presidente facente funzione di Agenas – il Programma Nazionale Esiti ha realizzato il monitoraggio delle performance assistenziali riguardo gli ospedali italiani, pubblici e privati, focalizzando l’attenzione su alcuni ambiti nosologici cruciali per la salute dei cittadini. Il lavoro svolto dall’Agenzia ha dato la possibilità di far emergere in maniera ancor più chiara la ripresa delle attività degli ospedali italiani, dopo la battuta d’arresto del COVID-19, frutto di lavoro compiuto ai diversi livelli istituzionali e in particolare dagli operatori impegnati sul campo. C’è sicuramente ancora del lavoro da svolgere e proprio per questo Agenas rimane a supporto di tutte le strutture sanitarie che vorranno intraprendere un lavoro di confronto al fine di potenziare i propri servizi da rendere ai cittadini/pazienti”.

“Sono contento – ha aggiunto Domenico Mantoan, direttore generale di Agenas – dei continui sviluppi di questo strumento che rappresenta ormai da tempo un osservatorio nazionale permanente sulla qualità delle cure in Italia, in grado di offrire agli operatori e ai decisori una panoramica attendibile e aggiornata sulla variabilità dei processi e degli esiti assistenziali.
Quanto visto oggi potrebbe essere ulteriormente implementato grazie al rilancio del Fascicolo Sanitario Elettronico e dell’istituzione dell’Ecosistema dei Dati Sanitari che dovrebbero garantire nel prossimo futuro una maggiore interoperabilità dei sistemi informativi e aprire nuovi scenari sul versante della valutazione e del monitoraggio dei processi assistenziali, nella prospettiva
di individuare le aree di potenziale miglioramento, ottimizzare le risorse disponibili e contribuire alla costruzione di un sistema sanitario più sostenibile e più resiliente, tanto nelle situazioni di emergenza quanto di fronte alle sfide del quotidiano”.

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