Retesalute, presidio il 20 dei lavoratori: “Che ne sarà di noi?”

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Retesalute
La sede a Novate di Retesalute

In un anno il numero di lavoratori è passato da 81 a 73: “Pesano incertezza e preoccupazione”

Il presidio è stato organizzato il 20, il giorno in cui si terrà l’assemblea dei soci per la messa in liquidazione di Retesalute

MERATE – Un presidio davanti al Comune di Merate, in occasione dell’assemblea dei soci in programma il 20 maggio alle 18.  E’ quanto hanno organizzato le organizzazioni sindacali dopo l’incontro con i lavoratori, apparsi a dir poco delusi e sconfortati a causa del clima di profonda incertezza che caratterizza l’azienda speciale dopo aver scoperto che i bilanci pregressi fossero gravati da un importante buco di bilancio. Nel giro di un anno il numero di dipendenti è passato da 83 a 71 con perdite importanti e significative.

“Amarezza e delusione stanno prendendo il sopravvento: di fronte alla possibilità di rimettersi in gioco in altri contesti lavorativi, che possano garantire loro maggiore stabilità, i dipendenti di Retesalute stanno lentamente abbandonando la nave, stremati da mesi e mesi in cui si sono susseguite dichiarazioni e contraddizioni, spesso strumentalizzate dalla stampa locale, che hanno dimostrato tutta l’incapacità della politica di sostenere il modello di gestione pubblica dei servizi sociali, che da sempre ha rappresentato il fiore all’occhiello delle Amministrazioni che vi hanno aderito” spiegano Teresa Elmo, Enzo Cerri e Italo Bonacina per le segreterie Fp Cgil Lecco, Cisl Fp Mbl e Uil Fpl del Lario.

La domanda che alberga nell’animo dei dipendenti rimasti è “Che ne sarà di noi?”: “Scenderemo in piazza per far sentire la voce di tutti i dipendenti di Retesalute, nello stesso istante in cui i sindaci decideranno del loro futuro, assumendosi la responsabilità di scelte che, a nostro parere, devono essere coerenti alle linee di mandato su cui ciascun Amministratore ha fondato il proprio consenso politico. Ci rivolgeremo ai sindaci, affinché prendano le proprie decisioni con coscienza e rispetto delle persone coinvolte, ma parleremo anche con i cittadini, che quei Sindaci hanno eletto, cercando il sostegno di tutti coloro per i quali i dipendenti di Retesalute raccolgono quotidianamente il bisogno”.

Non solo: “La scelta dell’Assemblea dei soci di condannare l’Azienda, abbandonando ogni ipotesi di ripianamento del debito che esuli dalla procedura di liquidazione, non può mettere in discussione i diritti maturati dai dipendenti che hanno operato al suo interno sino ad oggi, né, tantomeno, dovranno essere messi in discussione gli attuali livelli occupazionali. E se il presidio non dovesse sortire gli esiti sperati, proclameremo nuovamente lo stato di agitazione del personale dipendente di Retesalute affinché vengano espletati tutti i passaggi istituzionali davanti al Prefetto, finalizzati al perseguimento delle procedure di raffreddamento, in assenza delle quali proclameremo una giornata di sciopero con la conseguente interruzione di tutti i servizi resi”.