La cerimonia per l’80° anniversario dall’impiccagione per mano dei nazifascisti
“Il suo sacrificio non è stato vano, anche grazie alla Resistenza gli italiani hanno riavuto la libertà e la pace”
COLICO – Si è tenuto a Colico l’80° anniversario per la Commemorazione di Adamo Baruffaldi, impiccato dai nazifascisti il 31 luglio 1944. La manifestazione ha visto la partecipazione di numerose cittadine e cittadini e, in particolare, di insegnanti, studentesse e studenti dell’I.C. Galilei e dell’I.S. Marco Polo.
Oltre alla sindaca di Colico, dr.ssa Monica Gilardi, al Presidente Provinciale di ANPI Lecco, Enrico Avagnina ed al Comandante della Stazione C.C. m.llo magg. Fabrizio Carboni, erano presenti le bandiere ed i labari di A.N.P.I. Lecco e Lario Orientale, A.N.A. sezione Colico, A.N.C. Colico, AUSER Colico, C.R.I. Colico e dei due predetti istituti scolastici.
Il Maggiore a.r. Luigi Bernardi della sezione A.N.A. ha gestito la manifestazione, che è iniziata con l’alzabandiera, seguita dalla posa di una corona di alloro alla targa posta in piazza Garibaldi dall’Amministrazione Comunale, in ricordo del sacrificio di Adamo Baruffaldi, partigiano ed alpino: la corona è stata deposta dalla Sindaca, dallo stesso Maggiore a.r. Bernardi a nome della sezione A.N.A. e dal Presidente della Sezione ANPI Lario Orientale, Roberto Citterio. Alla deposizione ha fatto seguito la benedizione della corona, ad opera del Parroco di Colico, don Lucio Fasoli.
Dopo l’intervento della sindaca, dr.ssa Monica Gilardi, particolarmente rivolto alle studentesse ed agli studenti presenti, il prof. Angelo De Battista, del gruppo scuola di ANPI Provinciale Lecco, ha ricordato la storia delle formazioni partigiane del Lario Orientale della Valsassina alle quali, prima di trovare la morte per mano nazifascista, si unì Adamo Baruffaldi, medaglia d’argento al valor militare per attività partigiana. Scelta compiuta nonostante, dopo l’8 settembre 1943, alpino in congedo, libero da obblighi militari, avrebbe potuto stare tranquillo ad attendere gli eventi.
De Battista ha ricordato che il suo sacrificio non è stato vano, perché anche grazie alla Resistenza gli italiani hanno riavuto la libertà e la pace e l’Italia ha trovato il suo posto tra le grandi democrazie. Ma oggi libertà e pace tra i popoli, questi due pilastri fondamentali dei sistemi democratici, sono sotto attacco e la guerra, che purtroppo non è mai stata assente nel mondo, è tornata anche in Europa e ai suoi confini.
Durante il fascismo anche l’Italia è stato un Paese aggressore, coinvolto in guerre disastrose, che hanno portato l’Italia sul baratro e che sono costate la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati mandati al macello. L’Italia democratica ha abbandonato questa strada e ha scritto nella sua Costituzione, all’art. 11, che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Per questi ideali è morto Adamo Baruffaldi e oggi nel rendergli onore, l’Anpi ribadisce il proprio impegno per la pace e torna a chiedere che si cambi finalmente strada, perché i quasi 110 milioni di morti, in grandissima parte civili, che le due guerre mondiali e le altre guerre del Novecento hanno provocato, sono un tributo più che sufficiente alla logica sbagliata di regolare le questioni politiche con la forza delle armi.
A chi ci ripete “se vuoi la pace prepara la guerra” noi rispondiamo “se vuoi la pace, prepara la pace”.
La Resistenza e la Costituzione ci parlano di una democrazia fondata sulla cittadinanza attiva, sul rispetto delle persone, sul diritto internazionale, sulla collaborazione tra i popoli. Andiamo dunque in Europa e nel Mondo con la nostra Costituzione, con l’articolo 3, con l’articolo 11 e proponiamoli come fondamento di un’Europa aperta, solidale e in pace, cioè capace di realizzare gli ideali della Resistenza italiana ed europea.
E’ così che oggi possiamo onorare Adamo Baruffaldi e offrire al mondo la parte migliore della nostra storia civile.
La Banda musicale di Villatico ha conferito alla cerimonia la doverosa solennità.