In tanti al parchetto di via Matteotti per l’inaugurazione
“Ha raccontato la sua tragedia senza mai usare una parola d’odio”
BALLABIO – C’erano anche il fratello Luigi con i nipoti oggi pomeriggio, sabato, a Ballabio per l’inaugurazione della stele dedicata a Pino Galbani che il comune ha pensato di posare nei giardinetti di via Matteotti.
Originario di Ballabio, Pino Galbani era conosciuto da moltissimi lecchesi, unico sopravvissuto tra gli scioperanti delle fabbriche lecchesi, deportato nei campi di Mauthausen e Gusen, aveva fatto della sua testimonianza un impegno civile affinché non si spegnesse la memoria di quei fatti atroci.
“Grazie a tutte le autorità locali che sono state sensibili e riconoscenti nel concretizzare questa iniziativa che colloca Pino in un posto di rilievo nella memoria collettiva di questa comunità – ha detto il fratello Luigi -. Pino era tante cose: uno sposo affettuoso, inseparabile dalla sua Rosangela, uno zio premuroso di 5 nipoti e un pronipote, una persona disponibile e molto impegnata nel sociale. Non ha avuto la soddisfazione e la gioia di essere padre, tuttavia ha lasciato una lunga schiera di ‘orfani’, i suoi ragazzi, che per tanti anni, in molti istituti scolastici del nostro territorio, hanno avuto il privilegio di ascoltarlo mentre testimoniava la sua tragica esperienza di deportato”.
“Pino era anche un amico sincero, osservatore acuto e attento – ha ricordato l’amico Rusconi -. Quando inevitabilmente si parlava di cultura della memoria, ancora prima della sua scomparsa avvenuta il giorno di Natale del 2016, mi ricordava in dialetto ‘quando sarò morto, dopo tre giorni nessuno si ricorderà più di me’. No Pino, questa volta ti sbagliavi… guarda quanta gente c’è oggi per dimostrarti quanto ti vuol bene e quanto il ricordo sia ancora vivo. Con noi, dunque, puoi stare sereno: la tua figura e il tuo esempio ci accompagneranno sempre”.
“Un ringraziamento particolare ai parenti di Pino Galbani presenti oggi per l’inaugurazione della stele – ha detto il sindaco Alessandra Consonni -. Oggi i ballabiesi gli offrono un tributo di memoria e di amore. Pino Galbani è stato un grande divulgatore della sua storia, incontrava i ragazzi nelle scuole e spiegava loro ciò che può fare l’uomo quando cade preda delle ideologie. Ha raccontato la sua tragedia, ma lo ha sempre fatto senza mai neppure l’ombra di una parola d’odio; la sua onestà intellettuale era al di sopra delle sue idee e convinzioni: quando ci sono persone così vanno ammirate e noi ci vantiamo che sia un ballabiese. Oggi ricordiamo le vittime dei lager e delle foibe ma nel nostro cuore non neghiamo il tributo a ogni sofferenza. La nostra presenza qui ha un senso se rimaniamo fedeli alla volontà di Pino Galbani: raccontare, rivelare e spiegare ai giovani senza strumentalizzare. Viva Pino Galbani, viva Ballabio, viva l’Italia”.
Alla cerimonia sono intervenuti i rappresentanti dell’Anpi e delle associazioni del paese, oltre alle autorità, civili, militari e religiose. Don Benvenuto Riva ha benedetto la stele mentre il coro I Vous de la Valgranda e del Corpo Musicale Risveglio hanno animato la cerimonia con le note dell’Inno di Mameli e Bella ciao.