Il vademecum di Dadati per valutare i candidati alle elezioni

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Fabio Dadati

LECCO – Un vademecum su come scegliere il giusto candidato. A suggerirlo è l’ex assessore provinciale Fabio Dadati attuale coordinatore nazionale del movimento Rinascimento Italiano. 

“Dopo l’esperienza di alcuni anni in politica – spiega il coordinatore nazionale – non avendo alcun ruolo amministrativo, non partecipando a queste elezioni ne direttamente ne indirettamente, non facendo parte di alcun partito/movimento in lizza per Regione, Camera e Senato stimolato dagli interventi e dalla pubblicità dei candidati in corsa, propongo ai lettori alcune considerazioni per valutare partiti, movimenti, liste e candidati”.

E così Dadati per prima cosa suggerisce, partendo dai partiti, di “non fermarsi al programma ed alla capacità dialettica del leader”.
“Vi consiglio di perdere una mezz’ora – prosegue – di mettervi in sala o in cucina con il vostro compagno o coniuge e cercare di ricordare cosa di buono ha fatto concretamente il partito che potreste votare. Provate a scriverlo su un block notes, a fianco scrivete per quanto quel partito ha governato/amministrato. Quindi, segnate cosa ha fatto che non vi è sembrato giusto. Infine, analizzate la vostra situazione con una scaletta annua dal 1994 ad oggi dove indicare il vostro reddito e la vostra situazione familiare, lavoro, servizi usufruiti, figli, etc… a fianco di ogni anno mettete la sigla del partito che in quell’anno governava lo Stato o la Regione. Poi decidete se, e nel caso valutiate di votare, chi scegliere”.

Passando ai candidati l’ex assessore provinciale snocciola cinque punti ai quali, dal suo punto di vista, è fondamentale attenersi per scegliere il giusto candidato e che riportiamo fedelmente di seguito:

(1) Analizzare la modalità con cui il candidato è stato scelto dal proprio partito/movimento.
Sarà negativa: se è stato scelto per rapporti personali, per ruolo di partito, per anzianità politica, per lotta correntizia, per sostegno lobbies.
Sarà positiva: se ha conquistato la candidatura per meriti legati ai risultati ottenuti dall’attività pregressa sia privata che pubblica.
(2) E’ importante non credere in modo acritico a ciò che il candidato o i suoi sostenitori dicono e promettono. Anche se condivisibili, tali affermazioni nella maggioranza dei casi non sono veritiere, non sono basate su un convincimento, su un’esperienza, sulla conoscenza. Si tratta solo di marketing e pubblicità.
(3) La conoscenza diretta del candidato non è un valore. La speranza di ottenere favori da un candidato una volta che questi sarà eletto, oltre che non etica, è una pura illusione. Questa prassi ha stravolto il rapporto tra cittadino e politico, mettendo il primo al servizio del secondo. Se siamo in questa situazione drammatica molta colpa è data da tali comportamenti.
(4) Valutare un candidato è uno sforzo, richiede impegno, ma senza metterci un minimo impegno si fanno solo danni e si svuota il valore del diritto al voto. Per valutare è determinante confrontare le proposte ed i commenti del soggetto con la sua competenza professionale e con ciò che ha fatto in politica. Quindi, valutarne l’affidabilità in riferimento ai suoi comportamenti privati passati. Sono da escludere i candidati che mostreranno una significativa contraddizione tra ciò che dicono e ciò che hanno fatto e la mancanza di competenza in merito ad un tema.
(5) Di grande importanza sarà analizzare i risultati ottenuti nell’ambito dell’attività politico/amministrativa e professionale passata. NB: i risultati devono essere riferiti a fatti concreti e non legati ad articoli o servizi promozionali fatti da amici o fornitori, da lodi fatte da altri e motivate solo da relazioni o rapporti di carattere personale o di appartenenza partitico correntizia.

Quasi glaciale la considerazione finale di Dadati: “Il vero problema per chi avrà avuto la forza e la voglia di seguire questi semplici consigli sarà il risultato che potrebbe essere di profonda delusione”.