Umberto Ambrosoli
di nuovo a Lecco: “Vinceremo”

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LECCO – La neve non ha fermato il “Forti perché liberi tour”, la campagna elettorale di Umberto Ambrosoli, giunto nuovamente a Lecco nel pomeriggio di oggi, lunedì 11 febbraio. In programma per le 15.30 in piazza Garibaldi, il comizio del candidato del centrosinistra alla presidenza della Lombardia si è invece svolto all’interno dell’auditorium di Palazzo Falck, che per l’occasione ha accolto un pubblico davvero numeroso. Nella sala del palazzo del Commercio si sono infatti raccolti politici e amministratori locali, esponenti del mondo delle associazioni e cittadini, che per circa un’ora hanno ascoltato quelli che sono i temi più importanti della campagna elettorale del candidato. Ruolo della Regione, sanità, lavoro e legalità. Questi gli argomenti su cui Ambrosoli ha voluto puntare l’attenzione, più volte messi a confronto anche con le posizioni dei suoi principali contendenti.

Accolto sul palco della sala dal sindaco Virginio Brivio e dall’assessore alla Cultura Michele Tavola (tra l’altro responsabile del “comitato Ambrosoli” lecchese), il candidato del centrosinistra ha esordito con una parola forte e d’impatto, che ha suscitato un immediato applauso dei presenti: “vinceremo!”. Un imperativo, il suo, che quasi subito ha voluto spiegare affermando come “il nostro schieramento – ha detto – rappresenti per la Regione la vera novità. Dopo tanti anni di governo di Pdl e Lega, noi rappresentiamo la voglia di cambiare e la speranza per il futuro. La situazione attuale ci pone di fronte a numerose problematiche – ha continuato – e in questo senso mi preme dire che non dobbiamo continuare a nasconderci dietro alla convinzione che la Lombardia rappresenti la regione italiana più avanzata. Quello che dobbiamo invece fare è dare un occhio a quei territori europei che stanno mettendo in atto delle efficaci politiche per risolvere la crisi e per creare posti di lavoro e confrontarci con loro”.

Ma qual è l’idea di Regione che ha in mente Ambrosoli? “Nel programma compare innanzitutto la volontà di aiutare i sindaci del territorio, smettendo, quindi, di scaricare i problemi sulle loro spalle. La Lombardia vanta delle eccellenze che dobbiamo aiutare a emergere: mi riferisco alle imprese internazionali o ai professori che quotidianamente fanno i conti con mancanze da parte del mondo della politica. Fondamentale è, poi, il tema della sanità, che deve essere trattato senza continuare a nascondere gli scandali del passato”. Dalla vicenda del San Raffaele a quella della Maugeri, Ambrosoli ha quindi evidenziato come “sia necessario smetterla di affermare che il sistema sanitario in Lombardia è il migliore del Paese. I problemi non sono mancati e quello che conta è riuscire ora a creare una sorta di efficace rete sanitaria tra i vari soggetti presenti sul territorio, capace di guidare il paziente e di renderlo maggiormente consapevole”.

E poi il tema del lavoro, argomento che sembra stare particolarmente a cuore al candidato. “Vogliamo creare 300 mila posti di lavoro e riuscire ad alzare sino al 70 % il tasso di occupazione in Lombardia. I mezzi per farlo esistono e mi riferisco, ad esempio, ai fondi europei che sostengono l’innovazione e il progresso. A questo si deve aggiungere la realizzazione di nuove infrastrutture come, ad esempio, un sistema ferroviario più efficiente e in grado di creare posti di lavoro, una diminuzione della pressione fiscale sulle imprese e, infine, una crescente attenzione alle donne, che non devono più dover scegliere tra lavoro e famiglia”. Un numero maggiore di asili nido, un welfare in grado di dare assistenza a domicilio e una mobilità efficiente sono, ad esempio, punti che il candidato ha citato a tal proposito.

Infine, poi, il tema della legalità e il confronto con gli avversari politici. Una chiara risposta, quella che ha fornito Ambrosoli, a chi “ci accusa – ha affermato – di essere tutti uguali. Innanzitutto voglio evidenziare come i sette candidati ed ex consiglieri che hanno ricevuto un avviso di garanzia si siano impegnati a dimettersi in caso di un solo rinvio a giudizio, senza quindi attendere la fine del processo. A questo aggiungo che coloro che in questi giorni stanno facendo promesse impossibili sono consapevoli di mentire. In fondo – ha proseguito – lo hanno fatto per molto tempo e hanno continuato a sbandierare gli stessi temi più e più volte. Meno pressione fiscale e tasse trattenute in Lombardia? Una musica già sentita. Tanto più che il secondo aspetto non è realizzabile se non con la secessione, prospettiva che la stessa Lega dice di aver messo da parte”.