LECCO – Circa 30 mila prestazioni ambulatoriali all’anno rivolte a pazienti di età compresa tra zero e diciotto anni. Un numero, questo, che raccoglie al suo interno disturbi di diversa natura, che vanno da quelli neurologici a quelli di tipo cognitivo, passando per i disturbi psichiatrici. È il dato che ci ha fornito il Direttore del Servizio di Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco, il dottor Ottaviano Martinelli, che abbiamo incontrato in occasione della diciottesima puntata della nostra rubrica Day-Hospital.
Un campo d’intervento davvero vasto, quello del Servizio diretto dal dottor Martinelli, visto che al suo interno vengono quotidianamente trattate patologie molto diverse tra loro e accolti pazienti di una fascia d’età ampia, che va, come detto, dai neonati ai diciottenni. “Ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazioni eterogenee – ci ha raccontato il primario, da due anni e mezzo alla guida del Servizio – sia per tipologia di quadri clinici (neurologici, psichiatrici, cognitivi) che per fascia d’età. Voglio subito premettere che non è sempre facile prendere in carico situazioni di questo tipo: il nostro ruolo è, infatti, quello di incontrare dei bambini e di capire se presentano un disturbo neuropsichiatrico, così da poter effettuare una diagnosi e successivamente intervenire con appropriati percorsi terapeutici e riabilitativi.
Determinante diventa, quindi, non soltanto la visita e la diagnosi sul bambino, bensì anche la collaborazione con le famiglie e con il contesto territoriale che gli ruota intorno. Si tratta – ha precisato – di un processo complesso, che ci porta a lavorare innanzitutto con i genitori, il cui ruolo è spesso determinante nel generare un benessere fisico e psichico nel bambino, e in secondo luogo con tutta una rete di realtà quali le scuole, i servizi sociali, gli enti giudiziari quando necessario. Alle 30 mila prestazioni ambulatoriali annue dirette (ossia rivolte ai pazienti), dobbiamo quindi aggiungerne circa cinquemila definite indirette, ossia rivolte a questi altri soggetti citati”.
Lecco, Merate e Bellano. Ecco le tre sedi in cui vengono svolte le attività ambulatoriali di neuropsichiatria infantile, spesso caratterizzate da una multidisciplinarità e da un lavoro di squadra che coinvolge le figure professionali presenti nel Servizio, medici, psicologi e terapisti della riabilitazione. “Il confronto tra specialisti diversi e un intervento multiprofessionale – ha ripreso il primario – sono fondamentali nella nostra disciplina e devo dire che vantiamo un’equipe davvero consolidata e coesa”.
Ma cerchiamo ora di capire quali sono i numerosi disturbi di cui il dottor Martinelli e la sua squadra di otto medici, tre psicologi e 18 terapisti della riabilitazione (logopediste, psicomotriciste, fisioterapiste) distribuiti nelle tre sedi si occupano quotidianamente. “Le patologie che diagnostichiamo e che seguiamo con controlli medici, psicologici e riabilitativi – ci ha spiegato – riguardano i disturbi di natura neurologica tra cui, in particolare, le epilessie (circa 300 pazienti in carico), le cefalee, le paralisi cerebrali infantili. Un ambulatorio specifico è dedicato ai pazienti seguiti dopo le dimissioni dalla terapia intensiva neonatale nell’ambito del follow-up neonatale svolto in comune con i colleghi neonatologi (circa 350 pazienti in carico)”.
A tutto questo si aggiungono, poi, i problemi di natura cognitiva, che comprendono i casi di ritardo mentale, di disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento e, infine, quelli che vengono definiti problemi di iperattività e disattenzione. “Per quanto riguarda i disturbi di linguaggio ed apprendimento – ha ripreso Martinelli – in genere interveniamo con percorsi di riabilitazione logopedica, anche attraverso interventi di gruppo particolarmente innovativi ed efficaci, organizzati in aule informatiche attrezzate con postazioni multiple”. Ma in cosa consiste quello che viene chiamato Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD (acronimo inglese di Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder)?
Si tratta di un disturbo evolutivo che include difficoltà di attenzione e di concentrazione associate ad iperattività e scarso controllo degli impulsi, in cui appare essenziale una diagnosi precoce (intorno ai sei anni) anche per evitare ulteriori complicazioni nel corso dello sviluppo evolutivo. “In merito a questa problematica – ha precisato il dottore – facciamo oggi parte di un progetto regionale, coordinato dall’Istituto Mario Negri di Milano e volto alla realizzazione di un registro regionale dei casi di ADHD osservati sul territorio. Nel lecchese per il momento abbiamo inserito circa 130 situazioni considerate sospette”.
Infine rimangono le più complesse patologie psichiatriche, che attraversano le varie fasce dell’età evolutiva. Si tratta di disturbi mentali e dello sviluppo nei bambini fino ai cinque anni (tra cui l’autismo infantile), di disturbi psicopatologici nell’età di latenza (6-12 anni) come le fobie scolari e i disturbi d’ansia e, infine, della psicopatologia dell’adolescenza, con quadri clinici sempre più evidenti e numerosi negli ultimi anni come i disturbi alimentari, quelli della condotta, ansioso-depressivi e di personalità.
“Anche in questo caso è chiaro come si tratti di un campo davvero ampio. In riferimento, ad esempio, alla psicopatologia dell’adolescenza abbiamo attivato un ambulatorio dedicato che propone una presa in carico integrata medica e psicologica del paziente e dei genitori e che collabora con i colleghi psichiatri, così da favorire la continuità delle cure anche dopo il passaggio alla maggior età: questa integrazione è diventata ancora più significativa con il recente passaggio del Servizio nel Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera, così come previsto dal nuovo piano di organizzazione aziendale. Questo è un punto davvero fondamentale – ha sottolineato – in quanto il nostro Servizio, come detto, segue i pazienti fino al compimento della maggior età ed è importante che la presa in carico del paziente, quando necessario, possa proseguire anche con l’ingresso nell’età adulta. Stiamo attualmente seguendo circa 170 adolescenti con disturbi psicopatologici con un incremento costante di casi osservati negli ultimi anni.
Tornando alle patologie psichiatriche in generale – ha proseguito – al momento stiamo lavorando anche a un progetto molto importante dedicato all’autismo, di cui seguiamo una cinquantina di casi. L’obiettivo è quello di favorire il più possibile una diagnosi precoce di questo disturbo (intorno ai due-tre anni), così da poter intervenire immediatamente con terapie che, se iniziate in tenera età, possono avere dei risultati sicuramente migliori. In questo senso mi sento di dire che la tutela della salute mentale nell’infanzia e nell’adolescenza deve essere considerata una priorità: se le problematiche non vengono riconosciute in questa fase della vita, allora – ha concluso – si rischia di avere delle conseguenze molto più gravi e significative nell’età adulta”.