LECCO – La protesta per i tagli al servizio di trasporto pubblico locale è arrivata alle porte di Villa Locatelli: a portarcela è stato l’assessore comunale di Mandello, Luciano Fascendini, che lunedì mattina si presentato di fronte alla sede della Provincia addobbato come un “uomo sandwich”, con cartello recante i motivi del gesto:
“Stiamo parlando di un’intera sponda del Lario orientale che è stata penalizzata, con un taglio di dieci corse che ha isolato quasi completamente le quattro frazioni di Mandello e i loro abitanti. Perché se è vero che esiste la ferrovia, bisogna tenere conto dei 3-4 chilometri che separano la stazione dalle frazioni del paese. Decide di tagliare questi servizi vuol dire scegliere di lasciare a piedi le persone. E’ uno stillicidio del servizio pubblico”.
Una lotta, quella per ripristinare le corse eliminate nella riorganizzazione effettuata dall’ente provinciale, che vede impegnata non solo l’Amministrazione di Mandello ma anche di Abbadia Lariana, Dervio, Bellano e dei comuni della Valvarrone, con una raccolta di firme che sta tuttora proseguendo.
Se l’assessore provinciale, Franco De Poi, nelle scorse settimane ha spiegato di essere stato messo alle strette dai tagli da parte dello Stato e di aver dovuto mettere mano alla riorganizzazione del trasporto pubblico, il sindaco di Mandello, Riccardo Mariani, ha deciso di coinvolgere la Prefettura chiedendo un incontro per affrontare la questione.
“La risposta dell’assessore De Poi lascia qualche lacuna, perlomeno è un po’ evasiva – ha ribadito Fascendini – al tavolo di confronto vogliamo che vengano chiariti tutti gli aspetti della riorganizzazione, a partire dai criteri con la quale è stata realizzata”.