I commercianti spronano la politica: “Adesso tocca a voi!”

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LECCO – Il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e l’impresa. Questa la denuncia di Confcommercio Lecco che aderisce al manifesto “Adesso tocca a voi!” che Rete Imprese Italia presenterà il prossimo 9 maggio.

L’appello al Governo, al Parlamento e alla politica ad agire immediatamente con misure concrete a sostegno della crescita e dell’economia reale è aperto alla sottoscrizione degli amministratori e degli imprenditori su tutto il territorio nazionale.

I negozianti vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito. Questo manifesto arriva a toccare il cuore del problema – spiega il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa- Non ne possiamo più del record delle tasse, di banche che non svolgono più il loro compito, di una burocrazia farraginosa, di una politica che litiga infischiandosene di chi produce”.

I numeri sono pesantissimi come ricorda il manifesto stesso: nel 2013, 26,6 miliardi di euro in meno di Pil, 22,8 miliardi di euro in meno di consumi, 249 mila chiusure delle attività commerciali e dell’artigianato. Ma le imprese dell’artigianato, del terziario di mercato e l’impresa diffusa, che nel nostro Paese producono il 58% del Pil e danno lavoro al 62% degli occupati, non ci stanno e vogliono reagire e chiedono alla politica di darsi una mossa.

La ricetta è chiara a tutti: dopo il rigore è tempo di iniziare a pensare alla crescita – continua Ciresa passando in rassegna le priorità contenute nel manifesto – Per farlo bisogna ridurre da subito la pressione fiscale accelerando la spending review e la lotta contro l’evasione fiscale, ma anche cancellare l’aumento dell’Iva e ridefinire la Tares, mettendo mano nel contempo anche a Irap e Imu”.

“C’è poi la necessità impellente di semplificazione normativa e amministrativa per liberare risorse ed evitare di mettere i bastoni tra le ruote di chi produce ricchezza per il Paese e garantisce occupazione – prosegue – Grande attenzione va riservata anche all’accesso al credito per le imprese: le banche devono utilizzare i finanziamenti per sostenere gli imprenditori non per sistemarsi i conti. E infine c’è il capitolo del mercato del lavoro: bisogna ridurre il costo del lavoro, rifinanziare gli ammortizzatori sociali in deroga, favorire l’occupazione con un utilizzo intelligente della flessibilità”.