Contro l’omofobia, Tavola: “Fieri di aver partecipato allo spot”

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LECCO – Si è celebra proprio oggi, venerdì 17 maggio, la “Giornata Mondiale contro l’omofobia” indetta dall’ONU in difesa dei diritti degli omosessuali,  per sensibilizzare e contrastare  le discriminazioni  e le violenze contro chi ha un differente orientamento sessuale.

Anche Lecco ha deciso  di sostenere l’iniziativa promossa dall’associazione gay Renzo e Lucio, con una campagna sociale ed una serata che si è svolta martedì sera a Mandello del Lario, la seconda amministrazione scesa in campo insieme al capoluogo manzoniano. Sul tema, abbiamo incontrato l’assessore alla Cultura del Comune di Lecco, Michele Tavola.

E’ il secondo anno che l’amministrazione comunale contribuisce alla giornata contro l’omofobia. Qual è l’importanza di questa partecipazione?

“E’  il secondo anno, prima non era mai successo ed è una novità. Lo facciamo con un’associazione che si occupa del tema molto bene e da tempo, c’è quindi anche un legame con chi fa attività sul territorio. L’importanza è che le istituzioni sono state troppo latitanti su un tema così importante e ci rendiamo conto che è fondamentale esserci e non ignorare il problema, metterci la faccia anche se può dare fastidio a qualcuno; abbiamo una posizione chiarissima ed inequivocabile, no all’omofobia e no a qualsiasi forma di discriminazione”.

Mandello del Lario, che quest’anno affianca la campagna sociale, ha già fatto un importante passo avanti approvando il regolamento sulle unioni civili. Nel capoluogo è stato recentemente presentato un testo  analogo, ora al vaglio della Commissione. Anche a Lecco si arriverà a questa svolta?

“Mandello è sempre stato sensibile al tema e quest’anno abbiamo ritenuto di opportuno farlo insieme per dare più forza all’iniziativa; ci auguriamo che negli anno anche altri Comuni si uniscano. Detto questo, la mia posizione sui registri civili è assolutamente favorevole, è una posizione personale e non quella della Giunta o della maggioranza, che credo a breve si esprimerà.  Però, quello dei registri comunali, è in  realtà  è un falso problema: come ha detto molto bene il sindaco Brivio, ciascuno deve fare il suo mestiere e le leggi per le unioni civili  spettano al Parlamento che mi auguro faccia presto”.

Crede che a Lecco sia possibile superare differenze tra i vari schieramenti, visto e considerato che sono già giunte critiche riguardo al patrocinio dato dal Comune alla campagna contro l’omofobia?

“Spero che su temi così importanti come quello dei diritti ci sia convergenza tra le forze politiche. Ribadisco, le norme vanno fatte a livello nazionale, ma  la sensibilizzazione culturale va oltre ed indipendentemente dalle leggi e deve continuare. Perché il messaggio di assoluta normalità e serenità nell’accogliere un figlio omossessuale è qualcosa che è al di la dell’esistenza di una legge che gli permette poi di sposarsi o di entrare in ospedale ad incontrare il compagno malato,  o ancora avere gli stessi diritti per l’eredità.  Ci sono state critiche, certo, ma se ci fosse stata la piena unanimità non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di un’iniziativa del genere o di una giornata contro l’omofobia. Nel pieno rispetto di tutte le posizioni, noi continuiamo su questa strada”.

C’è chi ha criticato lo spot dicendo che gioca sul valore e la sacralità della famiglia, cosa ne pensa in proposito?

“E’ una campagna delicata, che non dovrebbe turbare la sensibilità di nessuno. Vediamo una famiglia bella, serena, assolutamente normale, quindi non vedo come ci si possa offendere. Una famiglia fatta da madre, padre e figlio; quindi vorrei sapere: se il figlio ad un certo punto della sua vita scopre di essere omossessuale, la sua famiglia non è più una famiglia? Diventa una famiglia di serie B?”

Sono stati spesi soldi pubblici del Comune per realizzare la campagna?

“E’ stata assolutamente a costo zero per la comunità lecchese, così come lo scorso anno. C’è stato l’impegno dell’associazione Renzo e Lucio, quello quest’anno anche di Tele Unica che ha permesso di realizzare a costi contenuti uno  spot pubblicitario. Siamo quindi al di fuori di ogni polemica. Personalmente, se ci fossero le condizioni, non scandalizzerebbe che un ente pubblico investa in iniziative contro l’omofobia, così come è per il razzismo”.

Oltre alle critiche, quali riscontri avete avuto dalla cittadinanza?

“Mi è successa una cosa bellissima nei giorni seguenti il lancio della campagna: durante una visita guidata a Villa Manzoni, una signora anziana si è sganciata dal gruppo avvicinandomi e mi ha chiesto dello spot.  Con grandissima dignità e riservatezza, mi ha domandato come contattare l’associazione Renzo e Lucio e l’Agedo, per avere un aiuto da chi si occupa di questi giovani. Solo quel momento mi ha fatto capire che ne è valsa veramente la pena fare questo spot”.