Piogge: agricoltura in ginocchio. Perdite tra il 30 e il 90%

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LECCO – “Una situazione disastrosa”. Così il presidente e il direttore di Coldiretti Como-Lecco Fortunato Trezzi e Francesco Renzoni sintetizzano il bilancio che traccia il quadro dei danni provocati all’agricoltura lecchese e comasca dalla lunga ondata di maltempo primaverile.

Produzione di mais decimata, cereali minacciati dalle malattie fungine, alberi da frutto con sofferenze vegetative e scarsità di impollinazione. E, come se non bastasse, ortaggi invendibili perché marciti in campo e florovivaisti alle prese con costi di produzione alle stelle e costretti a mantenere accese anche fuori stagione le caldaie per riscaldare le serre.

Un bollettino di guerra, che pone molti interrogativi sul prosieguo della stagione agraria.

“Il maltempo ha lasciato dietro di sé una lunga lista di danni, che ha convinto Coldiretti ad attivarsi chiedere alla Regione il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la Lombardia. Gli agricoltori fanno i conti con la distruzione delle semine appena fatte sperando che il bel tempo ora tenga davvero, dopo settimane di pioggia battente”.

E non è solo il problema dell’eccesso di acqua e delle colture già marcite o non cresciute in campo a preoccupare le imprese: infatti, il pericolo viene anche dal potenziale sviluppo dei funghi e dei parassiti che con questo clima umido trovano il loro habitat ideale. “Ci vorranno diversi giorni di bel tempo per far asciugare i terreni e in ogni caso non basterà per mettere in sicurezza gli alberi da frutta, nella fascia montana come in pianura” proseguono Trezzi e Renzoni.

In molti campi non è stato possibile entrare per le operazioni di semina ed aratura e secondo l’associazione si potrebbero raggiungere il 40-50% delle perdite, una situazione simile per quanto riguarda i foraggi, per il quale si stima una perdita tra il 30 e il 40% e che va ad incidere anche sugli allevamenti, con la mancanza di erba che ha comportato un ritardo di 7-10 giorni nel caricare le mandrie in alpeggio.

Compromesso anche gran parte del raccolto del miele e in ritardo è anche il ciclo vegetativo di numerosi piccoli frutti così come per la coltura protetta. Perdite addirittura del 90% per quanto riguarda orticultura in campo aperto dove in molti casi non si è nemmeno riusciti ad entrare in campo per le lavorazioni preparatorie; praticamente invendute, infine, le produzioni primaverili di floricoltura.

Ai danni del maltempo, denuncia la Coldiretti, si sono aggiunti quelli di cinghiali e animali selvatici: “gli imprenditori agricoli si sono ritrovati con i campi appena seminati e subito devastati dagli animali” confermano il vicedirettore e il responsabile economico della Coldiretti interprovinciale, Rodolfo Mazzucotelli ed Emanuele Bezzi.

A completare il quadro critico, c’è il timore dei produttori di mais per il ritorno della Diabrotica, il cosiddetto “insetto-killer del granturco”, la cui presenza torna ad essere segnalata sul territorio.