“E’ pericoloso!”: pioggia di critiche sul rondò di Acquate

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LECCO – “De gustibus non est disputandum” (sui gusti non si discute) dicevano i latini, ma riguardo al nuovo allestimento sulla rotatoria in viale Montegrappa sono giunti in redazione talmente tanti commenti che non è possibile ignorarli.

Non è infatti passata inosservata la realizzazione in pannelli metallici che capeggia sul rondò nei pressi dell’Iperal, all’incrocio con corso Promessi Sposi : “brutta” e “pericolosa” è l’opinione più diffusa di chi ci scrive, facendo notare come l’altezza del manufatto  impedisca di scorgere i veicoli provenienti dagli altri accessi della rotatoria.

“Orrenda e toglie visibilità”, “al primo incidente forse la toglieranno”, “le macchine che arrivano da corso Promessi sposi così non le vedi proprio arrivare!”, “riduce pericolosamente la visibilità!”, “gigantesca e triste..”, “monumento dei disoccupati”, “ma il responsabile della viabilità, come può permettere una cosa simile?”.

Quelli riportati sono solo alcuni dei commenti comparsi sulla pagina Facebook di Lecco Notizie in relazione all’articolo pubblicato domenica sull’argomento (vedi articolo).

L’opera è stata realizzata in seguito alla convenzione tra il Comune e l’azienda lecchese Simecon, che ha allestito il rondò sponsorizzando la propria attività in cambio della manutenzione della rotatoria; raggiunti telefonicamente, dall’azienda hanno fatto sapere che si esprimeranno una volta terminati i lavori.

Nel frattempo impazza il “toto-rondò” tra le diverse realizzazioni sorte sulle strade lecchesi: apprezzatissimo è l’ulivo sistemato sulla rotonda in via Redipuglia, insieme all’ “Addio ai Monti” sulla rotatoria in zona Bione.

Sulla questione pubblichiamo anche una lettera giunta in redazione:

“Egregio Direttore

Siamo residenti ad Acquate e Le scriviamo in merito all’ allestimento della rotatoria in via Montegrappa.

Al di la della qualita’ dell’opera in se che non ci permettiamo di giudicare riteniamo la sua collocazione inopportuna e non in armonia con l’ ambiente per le seguenti ragioni.

Dal punto di vista viabilistico ne risulta fortemente limitata la visibilita’ sulla rotonda stessa impedendo totalmente la valutazione del traffico da qualunque provenienza.

Dal punto di vista estetico e ambientale, ci sembra che un opera di architettura industriale cosi massiva sia spropositata in rapporto agli spazi liberi circostanti e assolutamente non consona ad un messaggio di respiro visivo che queste “isole nel traffico” dovrebbero trasmettere.

Rimane comunque il nostro apprezzamento per lo sforzo economico dell’ azienda adottante con la quale gli enti avrebbero dovuto coordinarsi per una piu armonica soluzione estetica ed ambientale, come appare per esempio esserlo pienamente la rotonda del Bione e l’ altra di via Montegrappa con un bellissimo ulivo”.

Dina e Massimo Corti