Fusione tra Comuni. Consigliere Segretario Daniela Maroni: “Segnale di grande maturità da parte dei nostri amministratori locali: ora la parola ai cittadini”

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MILANO – “C’è grande fermento tra i piccoli Comuni lombardi, e da Como in particolare cominciano ad arrivare in Regione numerose richieste di fusione, che denotano un segnale di grande maturità e consapevolezza da parte dei nostri amministratori: in vista della tornata elettorale amministrativa della primavera 2014 dobbiamo accelerare l’iter nel rispetto della volontà espressa dai cittadini e dai Consigli comunali interessati”.

A dichiararlo è Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Daniela Maroni, dopo che oggi le Commissioni regionali competenti hanno dato il via libera ai rispettivi progetti di legge di fusione tra Comuni pervenute sul tavolo di Regione Lombardia. Complessivamente sono 11 le proposte di fusione tra Comuni discusse oggi in una seduta congiunta della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione per il Riordino delle Autonomie, che interessano complessivamente 31 Comuni lombardi delle province di Bergamo (8 Comuni), Como (14 Comuni), Lecco (2 Comuni), Mantova (2 Comuni), Pavia (2 Comuni), Varese (3 Comuni).

“In un momento in cui le risorse sono sempre minori per gli enti locali è importante proporre un modello di riordino che vada nella direzione del risparmio, ma non a discapito dell’efficienza –prosegue Daniela Maroni (Lista Maroni Presidente)-. Proprio per questo occorre favorire percorsi che vadano verso la fusione dei Comuni difendendo però l’identità del territorio e salvaguardando le peculiarità locali, come nel caso soprattutto dei 4 esempi comaschi presi oggi in considerazione”.

Daniela Maroni ha chiesto infine che ai Comuni interessati dai processi di fusione siano concesse opportunità quali la possibilità di procedere ad assunzioni, in deroga ai limiti imposti dal legislatore, in settori che non garantiscono gli standard minimi a livello regionale come la polizia locale o l’assistenza sociale.

“L’obiettivo primario delle fusioni –ha aggiunto la Maroni- deve essere comunque l’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi erogati ai cittadini, unito ad una maggiore competitività del nuovo Comune nel contesto territoriale di riferimento e nell’interazione con gli enti sovraccomunali”.

I progetti di legge di fusione affrontati in Commissione

Bergamo
Sant’Omobono Terme e Valsecca
Brembilla e Gerosa
Covo, Fara Olivana con Sola e Isso

Como
Bellagio e Civenna
Drezzo, Gironico e Parè
Faloppio, Ronago e Uggiate Trevano
Claino con Osteno, Corrido, Porlezza, Valsolda e Val Rezzo

Lecco
Verderio Inferiore e Verderio Superiore

Mantova
Virgilio e Borgoforte

Pavia
Cornale e Bastida de’ Dossi

Varese
Maccagno, Pino sulla sponda del lago Maggiore e Veddasca