MILANO – Dare un’opportunità concreta a giovani meritevoli di effettuare un’esperienza formativa all’interno dell’amministrazione pubblica. È questo l’obiettivo della legge predisposta dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e approvata ieri pomeriggio in Consiglio regionale con 44 voti favorevoli e 16 astenuti, dopo che nei giorni scorsi era arrivato il via libera dalla Commissione Cultura: si sono espressi a favore i gruppi PdL, Lega Nord, Maroni Presidente, Fratelli d’Italia, Pensionati e M5Stelle, astenuti Partito Democratico e Patto Civico. Il provvedimento prevede l’istituzione di un numero massimo di 35 borse di studio annuali, destinate ai giovani neolaureati da non più di 36 mesi e che hanno discusso una tesi di laurea su tematiche istituzionali riguardanti l’ente Regione o su un argomento relativo alla realtà lombarda o a studenti che hanno concluso tutti gli esami del corso di laurea.
“Sono molto soddisfatto di questa approvazione –sottolinea il Presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo – è un provvedimento che ho fortemente voluto e condiviso con l’Ufficio di Presidenza, dove, oltre al valore simbolico dell’istituzione delle borse di studio ricavate da una parte dei risparmi derivati dalla legge n.3 sulla riduzione dei costi della politica, c’è anche una opportunità concreta per 35 giovani che effettueranno un periodo formativo in Consiglio regionale. Si tratta – aggiunge Cattaneo – di un provvedimento che va nella direzione della valorizzazione del merito e delle capacità dei nostri giovani. Un altro impegno annunciato che il Consiglio regionale ha mantenuto”. Il Presidente ha rivolto infine un appello ai neolaureati: “Mi auguro che ora i giovani talenti che vogliono contribuire all’elaborazione dei temi della nostra istituzione e che desiderano perfezionare il loro percorso si facciano avanti”.
Le borse di studio (che secondo un emendamento presentato dal gruppo M5Stelle non sono cumulabili con altri borse di studio a qualsiasi titolo conferite) saranno finanziate con i risparmi di spesa derivanti dalla riduzione dei cosiddetti costi della politica: per il 2014 è stata stanziata una cifra massima di 560mila euro. La legge prevede che le borse di studio siano concesse per lo svolgimento di progetti di tirocinio pratico della durata di un anno presso il Consiglio regionale “ai fini dell’acquisizione di conoscenze ed esperienze nel campo della pubblica amministrazione e, in particolare, dell’attività della Regione”. Ai fini dell’ammissione ai bandi di selezione emanati dal Consiglio regionale, requisiti indispensabili sono il possesso del diploma di laurea conseguito da non più di 36 mesi con una votazione non inferiore al 90% del punteggio massimo attribuibile e età non superiore ai 30 anni. Criteri di premialità verranno introdotti e riconosciuti per i residenti in Lombardia. La di legge include anche la possibilità di finanziare “tirocini curriculari” attivati dalle Università, con cui il Consiglio regionale stipula apposite convenzioni: il numero e le aree di svolgimento di questi tirocini sono definiti dall’Ufficio di Presidenza nella programmazione annuale. Le borse di studio per attività di ricerca fanno capo infine a Eupolis e sono fruite presso il Consiglio regionale sulla base di una convenzione con l’istituto regionale di ricerca.
Hanno annunciato il voto favorevole dei rispettivi gruppi Anna Lisa Baroni e Stefano Carugo (PdL), Stefano Bruno Galli (Maroni Presidente) e Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia), che ha evidenziato come “il requisito della residenza si pone non come obiettivo discriminatorio, ma per agevolare i residenti sul territorio. Il nostro dovere è quello di tutelare i cittadini lombardi perché la Regione è la loro istituzione di riferimento”.
Fabio Pizzul (PD) e Michele Busi (Patto Civico) hanno apprezzato i passi avanti compiuti rispetto al testo uscito dalla Commissione Cultura, dove l’essere residente in Lombardia veniva posto come requisito vincolante per l’ottenimento della borsa di studio “in contrasto con le disposizioni di legge vigenti in materia di bandi per l’accesso al pubblico impiego”, ma hanno registrato come il “permanere di requisiti di premialità per i residenti non ci consente di esprimere un voto favorevole”. I passi avanti compiuti sono invece stati giudicati sufficienti dal gruppo M5Stelle: “Consideriamo positivo il fatto che per la predisposizione definitiva dei bandi si rimanda a una valutazione più approfondita dell’Ufficio di Presidenza e della Vommissione consiliare competente”, ha detto Andrea Fiasconaro annunciando voto favorevole.
Massimiliano Romeo (Lega Nord) ha espresso infine il proprio disappunto per il fatto che il Partito Democratico “ha votato contro l’introduzione di criteri di premialità per i residenti in Lombardia quando invece nelle altre regioni d’Italia in cui governa, il PD introduce e riconosce questo criterio senza porsi problema alcuno”.