MANDELLO – L’accorpamento dei tre Comuni di Mandello, Abbadia Lariana e Lierna s’ha da fare. Questo almeno è l’orientamento scaturito dalla ricerca commissionata dal gruppo “Casa Comune” di Mandello (espressione della lista civica che dal 2005 regge le sorti del paese e a cui appartiene il sindaco, Riccardo Mariani) all’Ires – Istituto di ricerche economiche e sociali sul futuro delle tre comunità alla luce della crisi economica e del taglio delle risorse destinate agli enti locali.
Se la prima fase della ricerca si era concentrata sull’analisi strutturale, sui costi e sui benefìci, sui servizi e sulle politiche di bilancio in vista appunto di una ipotetica fusione, la seconda e ultima parte – presentata giovedì 6 marzo in sala civica – ha rilevato le opinioni di un campione di 150 cittadini e di 50 testimoni privilegiati (enti, associazioni, imprese, Parrocchie, esponenti dei mass media) e acquisito indicazioni e suggerimenti circa gli interventi necessari per promuovere il territorio.
“Un cammino iniziato quasi un anno fa – ha precisato il sindaco di Mandello introducendo l’incontro – e un’ipotesi formulata per governare i processi anziché rischiare di subirli”. “La prima constatazione – ha aggiunto Riccardo Mariani – è che rispetto a quando sono stati mossi i primi passi si è elevata la percentuale dei favorevoli all’accorpamento e il quadro che scaturisce dalla ricerca è a nostro giudizio oltremodo confortante. Per il futuro ci piace allora immaginare la costituzione di un comitato intercomunale che porti avanti questa iniziativa, facendo pressione se necessario sulle stesse amministrazioni pubbliche, al di là delle procedure che dovranno poi essere eventualmente seguite”.
A entrare nel merito della seconda parte della ricerca è stato quindi, in rappresentanza dell’Ires, Francesco Montemurro. Premesso che l’iniziativa di “Casa Comune” ha anticipato altre ipotesi di accorpamento venute avanti successivamente a livello regionale ma anche al di fuori dei confini della Lombardia e rimarcata l’esigenza di una inversione di rotta all’interno delle pubbliche amministrazioni ad esempio per quanto riguarda la gestione dei servizi e nell’ottica del tanto sbandierato federalismo fiscale, il ricercatore ha esordito con un dato inequivocabile.
“La prima domanda posta al campione di intervistati – ha detto – chiedeva se si era d’accordo o meno sulla fusione dei tre Comuni. Ebbene, i “sì” sono stati il 66,7 per cento, mentre ha risposto “no” il 33,3%”.
Ai 150 cittadini interpellati, non considerando dunque i 50 testimoni privilegiati, erano poi state sottoposte tre considerazioni: una sposava la tesi secondo cui anche un piccolo Comune può continuare a gestirsi senza particolari problemi, un’altra affermava che soltanto grazie alla fusione (ma lasciando in vita i tre municipi per assicurare il decentramento) si potrebbero migliorare la qualità dei servizi, ridurre i costi della burocrazia e offrire un più adeguato sostegno allo sviluppo e alle imprese, mentre coloro i quali sceglievano di orientarsi verso la terza considerazione sostenevano di prediligere non tanto l’accorpamento quanto più semplicemente la cooperazione tra i Comuni.
Anche in questo caso la maggioranza degli intervistati ha premiato l’ipotesi della fusione, peraltro con un dato singolare e cioè che la percentuale più alta di favorevoli è stata riscontrata nella fascia di età più elevata – ossia oltre i 61 anni – con il 74% dei consensi, contro il 67% della fascia 41-60 anni e soltanto il 48% dei cittadini di età compresa tra i 18 e i 40 anni.
“Per quanto riguarda i singoli Comuni – ha specificato Montemurro – a favore della fusione si sono pronunciati il 68% dei mandellesi, il 72% dei cittadini di Abbadia e il 53% dei liernesi. In relazione alle motivazioni a sostegno di questa tesi ha prevalso la riduzione dei costi della politica, seguita dal miglioramento dei servizi, mentre come risorsa del territorio da valorizzare la scelta è caduta in maggioranza sul lago, in particolare attraverso il potenziamento delle strutture ricettive”.
Va anche detto che tra le principali motivazioni che hanno indotto il 33,3% dei cittadini a esprimere parere negativo all’accorpamento dei Comuni di Mandello, Abbadia e Lierna vi sono un ipotetico aumento dei costi e il peggioramento dello stato dei servizi, mentre a giudizio degli intervistati “privilegiati” contrari alla fusione (il 14%, contro l’86% di favorevoli) vi è il rischio di perdere l’identità storica e culturale dei singoli paesi.
Dal dibattito seguito alla presentazione dei risultati della ricerca è scaturito un coro pressoché unanime di consensi all’ipotesi di accorpamento dei tre Comuni della riviera orientale del ramo lecchese del Lario. Favorevoli alla fusione, pur con motivazioni diverse e con qualche distinguo, si sono detti tra gli altri l’ex sindaco di Mandello Alberto Venini (guidò il Comune dal 1988 al 1991), il consigliere comunale di minoranza (sempre di Mandello) Francesco Silverij e Nunzio Marcelli, esponente della lista civica “Vivere Lierna”.
Silverij, in particolare, non ha mancato di manifestare il proprio sconcerto e la propria delusione per il fatto che siano i giovani ad aver dimostrato di essere più campanilisti rispetto ai cittadini inclusi in fasce superiori di età.
“Non fermiamoci – è stato l’appello finale del sindaco Mariani – ma pensiamo da subito a un movimento trasversale, anche politicamente, che possa portare avanti con convinzione questa nostra iniziativa”.