LECCO – Sono le ultime ore a Lecco per i tre angeli di Chiuso: nella prima mattinata di venerdì, i feretri di Simona, Sidny e Keisi lasceranno il capoluogo manzoniano alla volta di Bari, dove saranno imbarcate per Tirana, poi dovranno fare altri 100 km per arrivare al paese natale dei Dobrushi.
Così, per l’intera giornata di giovedì, in centinaia hanno voluto dare l’ultimo saluto alle tre sorelline. Dai residenti del rione, ai compagni di scuola e le maestre e in serata i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Per dare il proprio addio alle bimbe, è giunto da Milano il console generale albanese Luljeta Cobanaj. Ad accoglierli alla Casa sul Pozzo, dove già da mercoledì è stata allestita la camera ardente, c’era il sindaco Brivio, visibilmente provato da questi lunghi e dolorosi giorni, e il fondatore della comunità di via Gaggio, padre Angelo Cupini.

“Speriamo che il sacrificio di Simona, Sidny e Keisi possa vegliare su altri bambini, che la loro drammatica e prematura scomparsa non ci lasci indifferenti e che possa dare il messaggio che la famiglia rimanga la cosa più importante e che bisogna combattere e soffrire per tenerla unita e al sicuro – ha sottolineato il console Cobanaj – Gli albanesi ovunque sono colpiti da questo lutto, l’Albania ha pianto con voi in questi giorni”.
A portare le sue condoglianze ai familiari delle tre piccole anche il questore Antonio Francini, l’assessore provinciale Antonio Conrater, il comandante dei vigili Franco Morizio, il prefetto Antonia Bellomo:
“Vorrei che sentiste l’abbraccio di tutti noi, siamo rimasti profondamente scossi da quanto accaduto – ha spiegato il prefetto rivolgendosi ai familiari – Siamo qui per esservi vicini come persone, come genitori, nella consapevolezza che nulla possa alleviare il vostro dolore”.

“Una presenza silenziosa che vogliamo testimoniare in questo momento – ha proseguito l’assessore Conrater – credo che il silenzio, la preghiera e il pensiero alla anime di queste ragazze sia l’unica cosa che possiamo fare”.

Tra i fiori accatastati ai piedi dei feretri, tanti piccoli segni lasciati dagli amici e dai compagni di classe delle bimbe, ma anche la divisa da gioco portata dall’allenatrice di Keisi e la maglietta dell’Inter sulla bara di Simona, autografata da alcuni giocatori della squadra di serie A, tra i quali Javier Zanetti.

Il saluto militare alle bare da parte dei comandante provinciale dei Carabinieri, Rocco Italiano, che a lungo è rimasto in silenzio a fissare i feretri delle bimbe. Il comandante e i suoi uomini fin dall’inizio hanno vissuto questa tragedia insieme alla famiglia, prima con la scoperta dei corpi privi di vita delle giovanissime vittime e poi con le indagini che ne sono seguite.

“Queste morti violente ci stanno prendendo per mano e ci dicono che dobbiamo pensare ad un’umanità diversa. Cosa è avvenuto in questi giorni nella città che si è mossa nel suo abbraccio? – si è chiesto padre Angelo Cupini -Tutti sono stati colpiti dalla notizia e hanno partecipato in modo profondo. Si è tesa una rete che ci ha reso tutti più umani”.

Un messaggio che ha voluto ribadire anche il primo cittadino: “Sono orgoglioso di essere sindaco di questa città che in questi giorni ha saputo unirsi, senza parole di rancore, di vendetta o semplificazione. Vuol dire che la città ha dei fondamentali buoni. Questo non basta – ha sottolineato Brivio – Dobbiamo essere attenti e far sì che ogni persona che ha un peso, come lo aveva questa madre, sia aiutata dalla comunità, senza dare nulla per scontato. Dobbiamo portare il peso degli altri, quando c’è un gradino un po’ più alto, non far mancare il nostro aiuto. Una città cresce se riesce, di fronte a questi fatti, a ricavare un motivo per fare un passo in avanti. In questi giorni, questo passo c’è stato. Cerchiamo di non sprecarlo”.





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