Vivere Lierna: “Sulla fusione dei Comuni si faccia l’interesse della gente”

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Marcelli NunzioLIERNA – La civica di minoranza Vivere Lierna rappresentata dai consiglieri Nunzio Marcelli, Corrado Pensa e Angelo Suerra, interviene sull’ipotesi di fuzione tra i comuni rivieraschi di Mandello del Lario, Abbadia Lariana e appunto Lierna, criticando aspramentel’attuale Amministrazione guidata dal sindaco Vito Zotti, sottolineando come, determinate scelte non siano state condivisie con la cittadinanza.

“Ringraziamo Casa Comune di Mandello per l’importante iniziativa portata avanti con lo studio e la riflessione sull’ipotesi di Fusione dei Comuni di Lierna con Mandello e Abbadia. Noi 2.250 Liernesi non abbiamo avuto la possibilità di discutere l’idea di convenzionare Lierna a Varenna, Perledo ed Esino decisa dai 9 consiglieri della maggioranza PDL/Lega che se la sono suonata e cantata senza alcuna discussione, confronto, studio, sondaggio – fanno sapere i tre consiglieri comunali di minoranza –  Oltre alla spesa di 600 euro per i calendari natalizi, lo scioglimento obbligatorio per la Polizia Locale con Mandello e qualche cerimonia o taglio del nastro in altri comuni con la presenza del nostro sindaco, i fatti risultanti da quella scelta sono sotto gli occhi di tutti”.

Marcelli, Pensa e Suerra evidenziano poi come la valutazione della fusione deve essere effettuata nell’interesse di tutti i cittadini, proseguendo: “Dopo l’ipotesi di fusione tra i comuni di Abbadia Mandello e Lierna a suo tempo avanzata dall’allora sindaco di Mandello ingegnere Giorgio Siani (Lega Nord), quella dell’architetto Giuliano Agostini (Forza Italia), alcuni esponenti ‘politici’ nostrani non concepiscono l’idea che persone di qualsiasi orientamento politico possano far prevalere gli interessi generali rispetto a quelli di pochi – Se la fusione dei tre comuni porterebbe benefici economici per circa 6 milioni di euro, il superamento per 2 anni del patto di stabilità che consentirebbe spese e investimenti con le risorse disponibili, benefici organizzativi, riduzione dei costi e di oltre il 30% dei costi della ‘politica’, maggiore peso politico nelle scelte operative mantenendo le municipalità (i comuni restano ma tante cadreghe spariscono) ci sembra doveroso riflettere. Considerata la realtà economica attuale occorre superare gli interessi dei campanili e unire i comuni facendo però decidere ai nostri concittadini e nel loro interesse e non nell’interesse di bottega di qualcuno”.