LECCO – Manca solo il “sì” alla Camera ma oramai è fatta: con il voto favorevole di mercoledì al Senato è stato dato il via libera alla riforma degli enti locali contenuta nel ddl Delrio.
Oltre all’istituzione di dieci città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Roma Capitale) il provvedimento rivoluziona le Province e le loro funzioni: alla loro guida dovrà esserci un sindaco eletto dagli altri primi cittadini e dai consiglieri comunali della provincia, che resterà in carica per 4 anni a titolo gratuito.
Non avranno stipendio nemmeno gli appartenenti al consiglio provinciale, eletti come il presidente dai primi cittadini e dai consiglieri comunali, e dell’assemblea dei sindaci, i due organi provinciali istituiti dalla nuova legge.
Pianificazione territoriale e dei trasporti pubblici, gestione e costruzione delle strade provinciali, programmazione della rete e dell’edilizia scolastica, promozione delle pari opportunità e valorizzazione dell’ambiente sono le principali funzioni che resteranno in campo a questo ente. Si attende invece il decreto del presidente del consiglio per trasferire le altre funzioni a Comuni e Regioni e fino al quel momento le continueranno ad esercitare le Province.
La “tabella di marcia” impone l’entrata in vigore delle norme dal gennaio 2015. Nel frattempo le province commissariate e quelle in scadenza saranno prorogate fino al 31 dicembre. La stessa sorte tocca alla Provincia di Lecco: il mandato della giunta guidata da Daniele Nava era in scadenza a maggio e il presidente svolgerà il ruolo di commissario fino a fine anno e senza indennità.
“La vicenda del disegno di legge sulle Province si chiude come peggio non poteva, cioè con una truffa ai danni del popolo” ha dichiarato Nava definendo il provvedimento una vera e propria “truffa”.
“Cosa ormai riconosciuta dai maggiori organi di informazione e certificata dalla Corte dei Conti, non vi sarà risparmio alcuno per la pubblica amministrazione, anzi forse costi aggiuntivi. Secondo, non si cancellano le Province, ma si cancella il voto popolare! – denuncia il presidente – Le Province continueranno infatti ad esistere, ma gli amministratori saranno scelti dai sindaci, quindi dai partiti. Terzo, ci sarà la più totale confusione tra nuove Province, Comuni e Regioni per l’attribuzione delle competenze, con probabili disagi nei servizi erogati alla collettività . Quarto , e questo è l’unico punto pensato bene da Renzi per la sua parte politica, essendo la maggioranza dei comuni in mano alla sinistra in Italia, avremo 110 Province su 110 che saranno governate dal centrosinistra. Quale capolavoro compiuto ai danno del popolo!”.
“Ma, quando il popolo si accorgerà di essere stato raggirato per l’ennesima volta, forse avrà voglia di punire i rei, almeno nelle urne, sempre che i nemici del voto popolare lascino ancora votare per qualche livello di governo, visto che ormai, dopo il Senato e le Province, pare che l’attacco tocchi alle Regioni”, conclude il Presidente della Provincia di Lecco

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