LECCO – “Il bilancio ragionato dello stato della sicurezza nella nostra provincia è a mio avviso positivo, nonostante si debba registrare, dal punto di vista meramente statistico, un incontestabile aumento dei reati”.
E’ il questore Alberto Francini ad intervenire nel corso delle celebrazioni per il 162 anniversario delle fondazione della Polizia di Stato e a dare una lettura delle statiche relative al numero di reati denunciati in provincia nel periodo compreso tra l’aprile 2012 e il marzo 2013, in aumento rispetto al precedente periodo.
“Gli omicidi sono aumentati da 1 a 4. Quindi, secondo la fredda legge dei numeri, abbiamo un aumento addirittura del 300% – spiega il Questore – Una prima osservazione, quindi: più le differenze percentuali sono alte, più parliamo di numeri reali particolarmente bassi. Poi, se andiamo ad analizzare nel merito questo dato, sappiamo tutti che questo è costituito da due episodi: la madre che uccise il suo bambino di due anni ad Abbadia Lariana e la madre di Lecco che ha ucciso le sue tre bambine. Episodi tragici, incredibili, addirittura surreali, ma che nulla hanno a che vedere con la criminalità”.
“Le estorsioni sono anch’ esse aumentate di circa il 40%. Ma che estorsioni sono? Quasi tutte estorsioni che avvengono in famiglia a causa della tossicodipendenza, un problema più di natura sociale che criminale – prosegue Francini – Sul fronte delle rapine l’ incremento non è particolarmente significativo. I furti in appartamento sono sicuramente aumentati, ma, per entrambe queste fattispecie, come ho avuto modo di evidenziare anche in altre occasioni, il trend degli ultimi sei mesi è nettamente in controtendenza, tanto da alimentare un cauto ottimismo per l’ immediato futuro. Piuttosto, hanno fatto scalpore le recenti operazioni in tema di criminalità organizzata che hanno visto coinvolti amministratori e pubblici dipendenti”.
Il riferimento è alle ultime inchieste, Metastasi in primis: “Il fatto che organizzazioni mafiose, tradizionalmente quelle calabresi abbiano interesse ad operare in un tessuto economico che per tanti decenni è stato particolarmente ricco e che ancora oggi suscita golose possibilità affaristiche di natura criminale, mi sembra una cosa abbastanza scontata, che non è stata mai passata da noi sotto silenzio e sulla quale l’ attenzione della prefettura, della magistratura e delle forze di polizia, particolarmente di quelle specializzate al suo contrasto, non è mai venuta meno”.
“Naturalmente, nessuno si illuda che in questo campo basti un’ azione di contrasto dell’ apparato preventivo e repressivo dello Stato – ha sottolineato il questore – La lotta alla criminalità organizzata passa da una vigilanza costante sul fenomeno da parte della società civile e anche di quella religiosa, espressa attraverso i rappresentanti politico istituzionali, soprattutto i sindaci, che devono quanto meno denunciare apertamente il fenomeno essendo loro per definizione i rappresentanti della comunità locale, le associazioni di categoria, il volontariato di settore. Associazioni come Libera, associazioni antiracket e antiusura, manifestazioni e impegni publici e privati di varia natura a favore della legalità sono preziosi quanto uno forte opera di contrasto delle FF.PP e della magistratura. E’ fondamentale la scuola, la cultura, l’ arte, la famiglia, la Chiesa”.
“Lecco – ha concluso il questore – ha ancora un tessuto sociale sostanzialmente sano e quindi ha gli anticorpi sufficienti per impedire che la mafia attecchisca diffusamente sul proprio territorio. Nessuno di noi è al sicuro fino a quando ognuno di noi non sarà al sicuro. Noi ci siamo e insieme a tutti voi faremo vincere la Repubblica Italiana”.
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