LECCO – Con una sentenza certa tra le mani, ora non ci saranno sconti ai gestori di locali che terranno accese le slot machine oltre l’orario permesso, sforando la fascia tra le 10 e la mezzanotte.
Il Consiglio di Stato, nei giorni scorsi, ha infatti sancito la regolarità del provvedimento con il quale il Comune di Lecco ha imposto limiti orari al gioco d’azzardo in città e la Polizia Locale ha iniziato controlli a tappeto per verificare il rispetto della norma.
“Gli accertamenti venivano effettuati anche prima del pronunciamento del Consiglio di Stato – spiega l’assessore Armando Volonté – e adesso che è stata stabilita la correttezza dell’ordinanza sindacale proseguiranno con maggiore determinazione”.
Una ventina i controlli effettuati nel mese di maggio dal Nucleo Polizia Amministrativa del Comando di via Sassi, che hanno interessato sia sale da gioco che i bar e altri locali della città, di cui sei a carico di cittadini stranieri, ma di multe (di importo tra 25 e 500 euro) non ne sarebbero state elevate.
“Per il momento non abbiamo riscontrato irregolarità – spiega il comandante dei vigili, Franco Morizio – i gestori sembra stiano rispettando il provvedimento. Andremo avanti a monitorare la situazione con un’attenzione ancora maggiore non solo riguardo agli orari di accensione delle slot machine ma anche nell’accertarci che non vengano utilizzate da minori”.
La sentenza del Consiglio di Stato ha messo fine ad un travagliato percorso dell’ordinanza voluta dall’Amministrazione Comunale per porre un freno al dilagare del gioco d’azzardo in città: un divieto orario che aveva visto un primo pronunciamento positivo da parte del Tribunale Amministrativo milanese, che aveva rigettato il ricorso presentato da il titolare di un locale del centro; successivamente il TAR aveva smentito se stesso “bocciando” il provvedimento del capoluogo manzoniano.
Si attendeva quindi il pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato, chiamato a fare chiarezza sulla questione anche se il Sindacato Totoricevitori Sportivi ha fatto sapere di non demordere: “La questione torna adesso al Tar Lombardia. Anche se, a questo punto, il risultato è pressoché scontato, andremo in aula a testa alta per dare voce, una volta di più, alle esigenze di tabaccai e ricevitori”.

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