LECCO – Uomini e donne divisi dagli importi delle loro pensioni: in Italia il divario tra le prestazioni pensionistiche percepite dai due sessi è fortissimo in particolare nel Nord d’Italia ed è Lecco la provincia dove le differenze risulterebbero più marcate.
Secondo l’ISTAT, infatti, nel lecchese i pensionati percepirebbero il 61,6% in più rispetto alle pensionate residenti in provincia; seguono i pensionati veneziani (59,4% più “ricchi” delle loro donne), livornesi (58,5%) e monzesi (57,9%), genovesi (57,8%) e bergamaschi (56,2%).
Le differenze tra gli importi di pensionati e pensionate si riduce invece nelle regioni del Meridione come a Vibo Valentia (13,7%), a Reggio Calabria (18,4%) e a Cosenza (20,4%).
Come sottolineato dall’istituto di statistica, nel 2012 sono stati erogati 23.577.983 trattamenti pensionistici: il 56,3% a donne e il 43,7% a uomini.
Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati (8,8 milioni su 16,6 milioni), ma L’importo medio annuo delle prestazioni di titolarità femminile è pari a 8.965 euro, il 60,9% di quello delle pensioni di titolarità maschile, che si attesta a 14.728 euro.
Dei 626.408 nuovi pensionati del 2012, le donne rappresentano il 52% e percepiscono redditi più bassi (10.953 a fronte dei 17.448 degli uomini).
Il numero di trattamenti percepiti dalle donne è mediamente superiore a quello degli uomini, di conseguenza il divario economico di genere si riduce al 42,9% se calcolato sul reddito pensionistico (pari a 19.395 euro per gli uomini e a 13.569 per le donne).
Tra il 2002 e il 2008, la forbice reddituale tra pensionati e pensionate è aumentata di 2,1 punti percentuali (4,4 punti con riferimento agli importi medi delle singole prestazioni); a partire dal 2008 si è osservata una progressiva riduzione che tuttavia ha mantenuto i livelli di disuguaglianza superiori a quelli del 2004.
Oltre la metà delle donne (52%) percepisce meno di mille euro, contro un terzo (32,2%) degli uomini. Il numero di uomini (178 mila) con un reddito pensionistico mensile pari o superiore a 5.000 euro è cinque volte quello delle donne (33 mila).
Il rapporto tra il numero di pensionati residenti e la popolazione occupata – rapporto di dipendenza – è a svantaggio delle donne: 90,2 pensionate ogni 100 lavoratrici, a fronte di 56,5 uomini ogni 100 lavoratori.
Anche il tasso di pensionamento (rapporto tra numero di pensioni e popolazione residente) è superiore tra le donne (43,1%) rispetto agli uomini (35,6%).

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