Confcommercio: “Dal Bonus di 80€ nessun rilancio dei consumi”

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Alberto Riva direttore confcommercio
Alberto Riva

LECCO – Il bonus di 80 euro, anche se è stato apprezzato da quanti ne hanno beneficiato, non ha raggiunto (almeno per il momento) il duplice obiettivo di partenza: avere un effetto choc sui consumi e generare una fiducia diffusa, elemento fondamentale per far ripartire la domanda interna. E’ quanto emerge dall’analisi effettuata dall’Ufficio Studi (Indicatore dei Consumi Confcommercio-ICC) e presentata ieri, martedì 5 agosto: cercando l’effetto bonus a tutti i costi si può rinvenirlo nella crescita tendenziale dei consumi a giugno pari allo 0,4%, corrispondente a un +0,1% sul mese di maggio.

“E’ decisamente troppo poco rispetto alle attese – ha commentato il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva –  sono segnali positivi ma chiaramente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta. Sembra di assistere più a una stabilizzazione della domanda che all’inizio di una fase di recupero”. Ha poi aggiunto: “Vedendo questi risultati emerge come i primi effetti del bonus, da cui sono state escluse in modo ingiusto le partite Iva, sia stato vanificato da un lato dall’incertezza del momento economico e dall’altro dalle troppe tasse. Come ha dichiarato il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli sembra che questo bonus sia stato percepito dai consumatori come una misura solo redistributiva e non per la crescita, non strutturale ma episodica. In sostanza non si è riusciti ad agire sulla fiducia delle famiglie”.

Il direttore Riva ha continuato: “Come più volte ripetuto anche negli scorsi mesi, continuiamo a credere nella bontà di una misura che va nella giusta direzione. Ma è evidente che il Paese si aspettava di più e che serve uno sforzo maggiore per ricostituire il reddito delle famiglie, tornato ai livelli di quasi 30 anni fa, e sospingere così la domanda interna che, per consumi e investimenti vale l’80% del Pil. Ha ragione il presidente Sangalli quando afferma che il 2014 sarà ancora un anno di transizione e che se si continua così si rischia di compromettere anche la prospettiva di crescita del 2015. La ripresa è ancora troppo fragile e incerta”.