Due arresti per il “colpo” alla Deutsche Bank di Casatenovo

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rapina casatenovo

CASATENOVO – Individuati i responsabili della rapina ai danni della Deutsche Bank di Casatenovo. Si tratta di due pregiudicati milanesi già in carcere a San Vittore per altri reati: Luigino Mario Bruni, 55enne, e Savino Di Bitonto, 57enne di origini pugliesi ma residente anche lui a Milano e con precedenti.

Per entrambi, nella mattinata di martedì, i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Merate hanno arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare.

I due, sono infatti stati riconosciuti quali autori della rapina consumata il 20 novembre, il cui bottino si aggirava oltre i 90 mila euro.

In quel pomeriggio di novembre i rapinatori dopo essere entrati nell’istituto di credito minacciando gli impiegati con un taglierino e una pistola, erano riusciti a mettere le mani sull’ingente bottino prelevato dalla cassaforte, fuggendo a piedi e dileguandosi sul retro dell’isolato facendo perdere le proprie tracce.

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I carabinieri della Stazione di Casatenovo e del Nucleo Operativo e Radiomobile di Merate durante il primo sopralluogo avevano raccolto le testimonianze dei presenti, acquisendo le immagini sia dell’impianto di videosorveglianza interno della banca che quelle esterne dell’impianto del Comune di Casatenovo.

L’attenta analisi delle immagini ha permesso ai militari di risalire ad una vettura, VW Polo risultata rubata il giorno prima a Milano, che in orario perfettamente compatibile con la rapina era uscita dal parcheggio situato sul retro delle palazzine che ospitano la banca.

Il giorno dopo la stessa vettura è stata rinvenuta a Missaglia dai carabinieri di Casatenovo, a breve distanza dal luogo di fuga. Il sistema di videosorveglianza comunale ha però immortalato l’abbandono del veicolo e l’ulteriore fuga a bordo di un’altra macchina, un Fiat Doblò frigorifero, risultata anch’essa rubata a Lissone qualche giorno prima.

L’esame della dinamica della rapina, sia nel momento dell’irruzione, la freddezza nell’attendere l’apertura della cassaforte, la tipologia di fuga, utilizzando due cambi auto, entrambe rubate, ha fatto pensare ai carabinieri che si trattasse di “esperti del mestiere” e che quindi avessero compiuto un sopralluogo nei giorni precedenti al colpo.

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I carabinieri hanno documentato i reiterati passaggi, sino alla stessa mattina della rapina, di una Fiat Panda risultata intestata ad una donna milanese, detenuta in Colombia per traffico di stupefacenti, nonché coniugata di un pluripregiudicato anche per reati di rapina in istituti di credito: Mario Bruni.

Lo stesso è risultato essere stato arrestato nel 2003 in flagranza di reato a seguito di una rapina in banca a Cernusco Lombardone e ancora sottoposto alla misura alternativa alla detenzione con affidamento ai servizi sociali.

Fiduciosi di aver intrapreso la giusta direzione investigativa, i carabinieri si sono concentrati sul sospettato, iniziando una serie di accertamenti e pedinamenti volti a studiare movimenti e frequentazioni.  Ne è scaturito un quadro probatorio sempre più nitido nei confronti dello stesso e di alcuni soggetti da lui frequentati, in particolare Savino Di Bitonto, anche lui pregiudicato per reati specifici.

arrestati
Mario Bruni e Savino di Bitonto

Il meticoloso lavoro degli investigatori ha permesso a distanza di alcuni mesi di raccogliere ulteriori elementi probatori a carico dei due soggetti, ritenuti non solo colpevoli della rapina alla Deutsche Bank di Casatenovo, ma anche alla rapina commessa il 9 dicembre sempre del 2013 ai danni del Monte dei Paschi di Siena di Carate Brianza, dove i malviventi con il medesimo modus operandi e sempre utilizzando il Fiat Doblò ed una moto rubata, erano riusciti ad asportare oltre 30 mila euro.

A seguito di una prima informativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile, lo scorso febbraio gli indagati sono stati sottoposti a perquisizione domiciliare durante le quali sono stati trovati dai carabinieri numerosi indumenti identici a quelli indossati nelle rapine.

Questi nuovi elementi, uniti a quelli già raccolti hanno permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio e chiedere all’Autorità Giudiziaria l’adozione del provvedimento restrittivo eseguito nella mattinata di ieri. Sono tutt’ora al vaglio dei carabinieri le posizioni di altri soggetti, ritenuti complici dei due arrestati.

A margine dell’attività investigativa, alla coppia di malviventi sono stati attribuiti anche la ricettazione delle auto rubate, il porto abusivo delle armi ed una serie di altri furti commessi nella provincia di Milano, per i quali saranno giudicati dalla competente Autorità Giudiziaria.