MANDELLO – La serenità traspare dalle sue parole, ma prima ancora dal suo volto e dai suoi occhi. Non a caso quando i suoi genitori – mamma Piera Stucchi e papà Giuseppe Gatti – la battezzarono a Mandello (era il 7 giugno 1942, il giorno dell’inaugurazione della chiesa del Sacro Cuore, e lei era nata soltanto tre giorni prima) scelsero per lei un doppio nome che esprimeva gioia, riconoscenza e, appunto, serenità. La chiamarono Maria Letizia. “Che bel nome”, disse ai genitori il vescovo Alessandro Macchi, a Mandello proprio per consacrare la nuova chiesa.
Neppure sei anni dopo la piccola Maria Letizia, futura suora tra le Figlie di Maria Ausiliatrice – Salesiane di don Bosco, avrebbe ricevuto la prima Comunione. “Non avevo ancora compiuto 6 anni – ricorda la religiosa, che proprio quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario della sua consacrazione – ma nonostante ciò mia madre chiese al prevosto don Giacomo Sosio di includere anche me tra coloro i quali avrebbero appunto ricevuto quell’anno, era il 1948, la prima Comunione. Lui le disse di prepararmi e in seguito, quando mi chiese che differenza ci fosse tra il pane e l’ostia consacrata, io gli risposi: “Nell’ostia c’è Gesù”. Tanto bastò perché don Giacomo acconsentisse che io mi accostassi, pur così piccola, al sacramento dell’Eucarestia”.
“In famiglia ogni giorno c’era un momento dedicato alla preghiera – dice la religiosa – e io di tanto in tanto uscivo di casa e andavo in chiesa senza dirlo a papà e mamma. Entravo, guardavo Gesù, poi via di corsa nuovamente verso casa. Sì, Gesù evidentemente era per me, già allora, un richiamo”.
All’età di 19 anni, dopo aver frequentato a Lecco l’istituto delle suore di Maria Ausiliatrice, Maria Letizia lascia la famiglia per prendere i voti. “Fu una scelta molto difficile – spiega – perché alla mia famiglia io ero legatissima, ma il richiamo di Gesù, che è poi il richiamo dell’infinito, fu ancora più forte. Era il 24 ottobre del ’61 e con una ventina di altre ragazze entrai a Triuggio come aspirante”.
“A togliere ogni dubbio su quella che sarebbe stata la mia scelta di vita – aggiunge la religiosa – fu una frase di Sant’Agostino. Diceva: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Ecco, quella frase mi ha liberato e mi ha dato la consapevolezza che cercavo. Il Signore aveva bisogno anche di me, mi voleva così com’ero, non perché fossi più brava di altre. Ma quando Gesù ti vuole è importante dire sì”.
“Quello che accade nella vita – dice sempre suor Maria Letizia – non capita mai per caso. Gesù ci fa sentire quanto ci vuole bene e a quel punto non possiamo più tenere soltanto per noi stessi il bene e l’amore ricevuti”.
E’ il 5 agosto 1964 quando la mandellese prende i voti. La religiosa viene inizialmente destinata a Rho come insegnante in una scuola elementare parrocchiale gestita proprio dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e lì rimane per 12 anni prima che suor Maria Pia Giudici, varesina, che era stata sua insegnante a Lecco, la chiamasse accanto a sé a Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, per avviare l’Opera di San Biagio, la casa di preghiera e di accoglienza dove suor Maria Letizia si trova tuttora e dove “nel corso degli anni – ricorda lei stessa – sono nate non poche vocazioni”.
“A Subiaco avevo portato con me anche “Lassie”, il cane di mio fratello Giorgio – aggiunge con il suo contagioso sorriso – Mi faceva compagnia e teneva lontano anche i lupi…”.
Ricorda i campi estivi, la religiosa, organizzati con i giovani in quel luogo “immerso” nella natura “per far gustare loro l’essenzialità della vita e l’importanza della parola di Dio”.
Oggi con lei, in quella casa sul monte appena sopra un monastero, ci sono altre quattro religiose. E c’è suor Maria Pia (monsignor Giovanni Giudici, classe 1940, attuale vescovo di Pavia, è suo nipote), che a fine settembre compirà 92 anni e pochi giorni dopo celebrerà il settantesimo di professione. “Sono contenta – ha scritto l’anziana religiosa a suor Maria Letizia per i 50 anni di consacrazione – di unirmi alla tua gioia che, nel tuo cuore e nel mio, è soprattutto un grazie cantato al Signore per le meraviglie da lui escogitate. Che bello sentirti sempre giovane nel cuore, felice di esserti donata interamente a quel Dio che regala serenità e pace quaggiù e promette felicità per il domani eterno”.
“Sei a San Biagio – si legge sempre nello scritto di suor Maria Pia, che non manca di ricordare le esperienze vissute dalla religiosa mandellese in Kenya all’inizio degli anni Novanta e a Ginevra tra il 2000 e il 2003 in qualità di direttrice dell’unica scuola cattolica della città – a incoraggiare e animare i giovani perché sempre più ascoltino la parola di Dio e la vivano. E mi dà gioia anche la tua capacità di provare stupore e rispetto per ogni espressione di questa natura bella che quassù ci allieta. Ti abbraccio nel ringraziamento per le tue nozze d’oro con il Dio della vita e insieme con te gioisco e formulo esultanza di benedizioni”.
“Ho ricevuto molto e ho cercato di essere disponibile nel fare ciò che il Signore mi ha chiesto – osserva suor Maria Letizia tracciando un ideale bilancio dei suoi 50 anni di vita religiosa – Gesù deve essere al centro della nostra vita e dobbiamo essere consapevoli che camminando al suo fianco troveremo sempre l’aiuto che andiamo cercando”.
“Dobbiamo poi saper cogliere tutto ciò che ci accade come un’opportunità che ci viene data – conclude – anche se anch’io mi trovo spesso a dire a me stessa che potevo fare di più. Impariamo però a vedere il volto di Gesù nei nostri fratelli e allora faremo tutto con più gioia”.
Domenica 7 settembre la comunità mandellese si stringerà attorno a suor Maria Letizia in occasione della messa delle 10 nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, mentre per il tardo pomeriggio di domani – sabato 6 – Franco, Elisabetta, Giorgio e Irene, fratelli e sorelle della religiosa, hanno invitato familiari e amici all’Istituto Santa Giovanna Antida per un momento di festa e di condivisione. E di gioia.