VALMADRERA – Un punto di riferimento per il settore dell’oleodinamica e della pneumatica che rischia di sparire nell’anno del suo 40esimo di attività: l’Altof di Valmadrera ha infatti iniziato la procedura di messa in liquidazione.
E’ quanto ha riferito il titolare dell’azienda, Marco Longhi, ai sindacati in un incontro avvenuto a metà ottobre. L’imprenditore ha preso le redini della società dopo la tragica scomparsa del padre Augusto, fondatore dell’Altof e morto nel 2011 alle Maldive durante un’immersione subacquea.
Un brutto colpo per i lavoratori che, dopo l’accordo siglato lo scorso 17 settembre, erano convinti di dover usufruire della sola cassa integrazione ordinaria; invece l’ammortizzatore sociale non sarebbe stato neppure richiesto dall’azienda che, un mese dopo, ha spiegato ai rappresentanti sindacali le sue intenzioni:
“L’Altof ha chiesto e ottenuto il concordato stragiudiziale per ristrutturazione del debito – spiega Emilio Castelli della Fim in una conferenza stampa convocata venerdì in sede Cisl – con questa modalità l’azienda andrà in liquidazione ma non verrà nominato alcun commissario, si liquiderà autonomamente con l’accordo dei creditori. Alla fine della procedura, l’Altof cesserà la sua attività e liquiderà anche i lavoratori, per i quali scatterà la mobilità”.
Alla base di questa scelta ci sarebbe una situazione debitoria giudicata come troppo pesante da parte dell’azienda, i sindacati parlano di circa 4 milioni di euro di debiti dei quali un milione per le pendenze dei lavoratori. “Una volta che l’azienda liquiderà quanto dovuto alle maestranze, compreso il TFR, allora i lavoratori non potranno più avere alcuna pretesa nei confronti del loro titolare; in questo modo, però – sottolinea Castelli – 35 dipendenti si ritroveranno senza occupazione e le loro famiglie in una difficile situazione economica”.
“Stiamo parlando un’azienda che per quarant’anni ha offerto un servizio richiestissimo dalle imprese del territorio e di una professionalità, quella dei suoi lavoratori, che rischia di perdersi” ha sottolineato Fabio Anghileri, sindacalista della Fiom Cgil.
Oltre alla produzione di centraline oleodinamiche, raccordi e tubi pneumatici, l’azienda di via Sabatelli fornisce il servizio di vendita al banco e di assistenza ai clienti, compreso il montaggio dei pezzi di ricambio presso il proprio capannone.
Un’impresa, proprio per il richiamo che ha nel settore, che avrebbe potuto proseguire ancora a lungo la sua storia secondo i rappresentanti RSU: “Fino a luglio abbiamo continuato a lavorare 9 ore tutti i giorni, sono migliaia le ore di straordinario che si contano ogni anno – spiegano Italo Vertella, Danilo Colombo e Arturo Guerriero – gli ordini ci sono e ce ne sarebbero stati di nuovi ma ci è stato riferito che alcuni sono stati rifiutati. C’è chi è ‘nato’ all’Altof e chi lavora qui da 20 anni”.
Quello che i sindacati auspicano è di poter dare continuità alla vita dell’azienda e al lavoro dei suoi dipendenti: “Per questo chiediamo l’interessamento di un nuovo imprenditore o di una cordata di imprenditori che salvino l’Altof – conclude Castelli – abbiamo interessato il sindaco di Valmadrera, chiederemo l’attenzione dell’unità di crisi e delle banche che sono i creditori più importanti e devono sapere che da loro dipende anche il futuro di queste famiglie”.
A preoccupare ancor di più i sindacati è l’autonomia dell’azienda nella procedura liquidatoria: “Ad oggi non sappiamo se sia stato presentato un piano liquidatorio e la nostra richiesta di incontro con l’azienda non ha ancora avuto un seguito”.