Carbon Trading: fatture inesistenti per 3,5 miliardi. 9 arrestati

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    guardia di finanza

    guardia-finanzaMILANO –  I finanzieri del Comando Provinciale di Milano stanno esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, Dott.ssa Stefania Donadeo, nei confronti di 9 soggetti (di cui 6 in carcere e 3 ai domiciliari), indagati, a vari titolo, per reati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

    Le investigazioni – svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Milano e dirette dai Sostituti Procuratori presso la Procura della Repubblica di Milano, dott. Carlo Nocerino e dott. Adriano Scudieri, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto, dott. Francesco Greco – hanno consentito di delineare i tratti di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale dedita all’illecito commercio dei certificati di Carbon Trading (quote di emissione dei gas serra, introdotte con la direttiva 2003/87/CE, per promuovere la riduzione di dette emissioni secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica), mediante ripetute e sistematiche “frodi carosello” perpetrate con l’interposizione di società cartiere e di società filtro nella filiera commerciale al fine di appropriarsi dell’imposta sul valore aggiunto connessa alle transazioni.

    Nel contesto delle indagini – sviluppate anche nel quadro di una costante attività di cooperazione internazionale coordinata dal II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza attraverso la rete di esperti del Corpo all’estero e dei consolidati rapporti di collaborazione con altre Autorità fiscali e di Polizia europee – è emerso il coinvolgimento, a vario titolo, di 32 persone fisiche, amministratori di fatto o di diritto di 28 persone giuridiche, nell’ambito di un sistema di frode che ha comportato visto l’emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 3,5 miliardi euro.

    Nell’ambito delle operazioni odierne, nella quale sono impegnati oltre 150 finanzieri, si sta dando contestuale esecuzione anche ad un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di beni mobili, immobili e quote societarie fino a concorrenza di circa 650 milioni di euro (ammontare dell’imposta sul valore aggiunto evasa), nonché a numerose perquisizioni in varie province, tra cui quelle di Milano, Roma, Savona, Frosinone, Lucca e Novara, anche attraverso l’ausilio dei Reparti del Corpo territorialmente competenti.