W le Donne è diventata la 2^ grotta più profonda d’Italia. Il racconto

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Abisso W Le Donne – Freatici -900m

 

CAINALLO – Grazie ad Andrea Maconi, speleologo del Gruppo Grotte Milano ed animatore del movimento speleologico “In Grigna!”, pubblichiamo il resoconto dell’avventurosa esplorazione della grotta “W le Donne” iniziata il giorno di Natale e terminata quattro giorni dopo con lo storico superamento della soglia dei -1200m e facendo diventare così “W le Donne” la seconda grotta più profonda d’Italia. Notizia passata in secondo piano dopo il malore accusato ad uno dei membri della spedizione con l’intervento dell Soccorso Alpino e Speleologico (vedi: articolo 1articolo 2), ma anche altri speleo del gruppo hanno avuto problemi fisici che hanno reso più difficoltosa l’esplorazione.

La “voce narrante”, come anticipato, è quella di Andrea Maconi (G.G. Milano) che attraverso le fotografie e la cartina con i rilievi compiuti nei vari campi speleo, ci guida attraverso l’abisso “W le Donne”.

 

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Abisso W Le Donne, Freatici -700m

 

“Il giorno di Natale alle 6.30 ci troviamo al parcheggio per la punta al fondo di W Le Donne in 7: Fabio Bollini (Cani Sciolti), Maurizio Calise (alias Maukal – G. G. Milano), Aldo Gira (S. C. Orobico), Thomas Pasquini (G. S. Piemontese), Romeo Uries (Cani Sciolti), Raphael Volk (Israele) ed io (G. G. Milano). Il meteo è bello e saliamo senza problemi sino all’entrata di ‘W Le Donne’: la neve è presente in maniera corposa solo nell’ultimo tratto. Entriamo e ci dirigiamo velocemente al campo base a -900m rilevando rami secondari e disarmando i pezzi già percorsi per recuperare materiale per la successiva discesa.
Il giorno seguente Fabio ci avvisa che non è affatto in forma e non è sicuro di potercela fare a raggiungere il fondo. Anche Romeo avverte un po’ di nausea, prende una Tachipirina e decide di non venire restando al campo base nel sacco a pelo, mentre Fabio invece decide comunque di provare. Scendiamo fino a -1050m di Puciowskj senza particolari problemi, ma Fabio si sente ancora debole e decide di tornare al campo base.
Indossata la tuta stagna, percorriamo gli scomodi ambienti a -1100m verso i rami nuovi. Aldo, Raphael ed io che siamo più avanti cominciamo a rilevare un rametto secondario all’inizio della parte nuova mentre attendiamo gli altri. Una volta raggiunti da Maukal e Thomas ci carichiamo di ulteriore materiale e diamo una ripulita all’attrezzatura infangata e ci dirigiamo nel ramo attivo.
Giunti alla partenza del pozzo prima Aldo, poi Thomas e Maukal procedono ad armare mentre io ed Aldo iniziamo a rilevare. La grotta si sviluppa verticale, a pozzi che caratterizzerà la nostra discesa. L’ultimo pozzo è profondo 43m e termina su un grosso lago largo una decina di metri che occupa totalmente la base del pozzo. Non ci si può neanche staccare dalla corda perché l’acqua è molto fonda. Il rilievo di questa zona dà -1229m (-1260m dall’ingresso del P30 – ingresso alto del Complesso del Releccio): W Le Donne diventa ora la seconda grotta più profonda d’Italia.
È tuttavia evidente che il lago non presenta prosecuzioni aeree. Una rapida occhiata attorno non mi fa vedere ulteriori rami. Decido allora di disarmare perché lasciare lì le corde vorrebbe dire ritrovarle a pezzi nella prossima uscita data la presenza di grosse cascate.

 

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Abisso W Le Donne, Kinder WID giunzione

 

Una dovuta precisazione sulla profondità di W Le Donne dato che sui -1260m si è tanto parlato con molte polemiche sterili: in un sistema come quello della Grigna con diciotto ingressi noti la profondità non è affatto così semplice da calcolare. Nello specifico, la poligonale da noi fatta per il livello del lago finale, se consideriamo solo W Le Donne e compensando in compass gli errori della poligonale sull’intera grotta dà -1225m. A questo ho aggiunto 2m perchè se entravo in acqua i miei piedi erano 2m più in basso del livello d’acqua, quindi -1227m. Aggiungendo però le poligonali delle altre grotte che si collegano a WlD e mediando in modo automatico in compass le posizioni dei vari punti di giunzione tra le diverse grotte dando priorità a quelle rilevate meglio, si ottengono i -1260m ufficialmente rilevati (maggiori dettagli qui).
Tecnicismi a parte, è ora di risalire e con grande fatica disarmiamo il tutto. Maukal e Thomas non si sentono tanto bene e riferiscono che probabilmente hanno la febbre. Ritorniamo verso Puciowskj dove giungiamo senza problemi. Qui, ci cambiamo e dopo un pranzo caldo decidiamo di ripartire. Maukal però ci dice che preferisce riscaldarsi ancora un po’ sotto il poncho con il fornellino in maniera tale da asciugarsi il sottotuta prima di partire raggiungendoci più tardi al campo base. Noi intanto ripartiamo anche perché, a parte Maukal ed io, per gli altri è la prima volta all’interno di W Le Donne e dunque conoscono poco la strada. Giunti al campo base constatiamo che Romeo e Fabio non ci sono e si sono avviati verso l’uscita.

 

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Abisso W Le Donne, Campo Base

 

Dopo un breve pranzo entriamo nei nostri sacchi a pelo dove ‘sveniamo’ dal sonno. Dopo un po’ guardo l’ora e vedo che sono le 12. Un po’ rimbambito dal sonno, non mi sembra di aver sentito arrivare Maukal. Mi vesto velocemente con la tuta bagnata e comunico agli altri che parto a vedere dov’è. Scendo di corsa il Ramo del Cobra con un’ansia pazzesca ed infine giungo all’ultimo pozzo lungo, dove trovo Maukal che mi riferisce che è tutto a posto e semplicemente si è fermato a Puciowskj a dormire sino alle 9.30. Tiro un sospiro di sollievo, prendo il suo sacco e percorro a ritroso il Ramo del Cobra di corsa per dare la bella notizia agli altri entro i 40 minuti concordati. Dopo poco mi raggiunge anche Maukal; proseguiamo a dormire ancora sino alle 20 per poi ripartire. Conviene ripartire per uscire nella mattinata di domenica.
Aldo, Raphael ed io ci incamminiamo per primi, mentre Maukal e Thomas seguiranno come seconda squadra. Sia Thomas che Aldo e Maukal prendono la provvidenziale tachipirina che Romeo aveva portato il giorno prima nel sacchetto di medicinali da lasciare al campo base. Thomas prosegue ancora un po’ a dormire per riprendere più energia. Aldo, Raphael ed io proseguiamo sino ad Utopia piuttosto rapidamente. Qui troviamo un sacco e un messaggio lasciato da Romeo dove leggiamo che durante la risalita Fabio è stato molto male in quanto gli è venuta la febbre e risalgono all’esterno.

 

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Ingresso abisso W Le Donne

 

Il messaggio ci raggela: l’ansia accumulata per il ritardo della notte precedente di Maukal, un problema che mi è occorso al ventrale sul pozzo con la corda lesionata, le previsioni del tempo che davano neve e freddo in uscita per domenica e il nuovo messaggio di Romeo mi mettono ko. Risalgo distrutto non tanto per i tre pesanti sacchi, ma per la psiche annientata dai vari eventi. A -200m anche io comincio a sentirmi poco bene e riscontro problemi intestinali legati molto probabilmente all’ansia. Finalmente giungiamo all’uscita dove dalla base del secondo pozzo sentiamo voci indistinte, poi capiamo che sono Romeo, Simona Manzini e Enrico Benedetti (capanàt del Bogani) che sono venuti a darci una mano con i sacchi di materiale. Il sentire le loro voci ci rincuora e ci riempie di energia. Il meteo esterno, seppure gelido e ventoso, è bello in quanto la perturbazione è passata con un giorno di anticipo.
Romeo ci racconta la sua terribile avventura con Fabio che è progressivamente peggiorato di salute con la febbre durante la salita e malgrado la Tachipirina, il tè caldo bevuto e la notte passata a dormire a Utopia non accennava a migliorare. Quando sono usciti c’erano -15° C con tormenta di neve e questo probabilmente ha dato la botta finale a Fabio. Nella sfortuna però hanno incontrato all’ingresso due volontari del Soccorso Alpino che stavano percorrendo la Cresta di Piancaformia. Data la situazione i due tecnici hanno deciso di accompagnare al Bogani Fabio e Romeo facendoli scendere per il canalino successivo a W Le Donne, evitando di fargli percorrere la cresta troppo pericolosa in quelle condizioni. Giunti al Bogani sono intervenuti altri volontari del CNSAS che hanno soccorso Fabio per poi trasportarlo con la barella sino al Cainallo dove c’era l’ambulanza che l’ha portato al pronto soccorso.
La notizia ci ha preoccupato parecchio, anche perché sia Thomas che Maukal non erano in ottima forma fisica e avrebbero potuto avere lo stesso calo di energia che ha avuto Fabio durante la salita. La decisione che Aldo ed io abbiamo preso è stata di allertare il CNSAS per cominciare a preparare una seconda squadra per entrare in grotta a vedere la situazione. Al momento mezzi cotti dal sonno e dalla stanchezza abbiamo fatto questa scelta, che ancora ad oggi a mente più fresca e riposata mi sembra la più sensata. Fortunatamente alle 14.00 mentre eravamo al Bogani mi suona il telefono ed è Thomas che mi avvisa che stanno bene, sono usciti e si stanno mettendo i ramponi per scendere. Una notizia che solleva il nostro animo ed avvisiamo il CNSAS che si era già attivato per preparare la squadra di soccorso. Aldo, Simona ed io saliamo sulla Via della Ganda per aiutare i due con gli zaini e li troviamo già alla Madonnina. Ormai al tramonto, con uno splendido panorama di montagne rosa, abbandoniamo la montagna per la valle. Si conclude così quest’uscita. Comincio giusto ora a riprendermi dall’ansia provata in questo campo.
Un grosso ringraziamento va al CNSAS che ha soccorso Fabio e si è attivato da subito per reperire personale e preparare l’attrezzatura per l’allerta di domenica, a Romeo per essere stato in grado di gestire al meglio una situazione non semplice grazie alla sua ottima professionalità da infermiere del Pronto Soccorso, a Simona ed Enrico che ci hanno aiutato con gli zaini”.

Per maggiori info: http://ingrigna.altervista.org/index0.htm ed il gruppo dedicato: https://www.facebook.com/groups/265803573479880/.

 

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Cartina abisso W Le Donne