LECCO – Hanno venduto il bar e si sono fatti assumere dal nuovo titolare convinto, quest’ultimo, che il loro apporto sarebbe stato importante nel buon andamento dell’attività in virtù dell’esperienza che i due avevano maturato fino ad allora. In realtà i coniugi si sono rivelati due “serpi in seno” avendo sottratto, di nascosto in circa un anno e mezzo un importo di circa 60mila euro dalle casse del loro nuovo titolare, per questo sono stati denunciati per il reato di furto aggravato e continuato.
Tutto ha avuto inizio quando A. B., 58enne, ha sporto denuncia a ignoti per un ammanco di denaro dal rendiconto annuale degli incassi della sua attività commerciale.
L’uomo, nel 2013, aveva acquistato la proprietà di un noto bar – tabaccheria situato sulla Provinciale nel comune di Pescate dal signor F. R 55enne di Lecco e dalla signora A. A., 49enne anch’essa di Lecco, marito e moglie che avevano gestito sino al 2013 il noto esercizio commerciale e, proprio in virtù della loro esperienza, il nuovo titolare aveva ritenuto opportuno assumerli come dipendenti al fine di affiancare al proprio lavoro l’esperienza professionale maturata dai due coniugi.
Fatto sta, che nel corso del primo anno di gestione, nonostante l’impegno profuso dai tre e considerato l’aumento di clienti attestato anche da proporzionale incremento delle quantità richieste ai fornitori, il signor A. B. non solo non ha rilevato il prevedibile aumento delle entrate ma ha addirittura registrato un calo dei profitti rispetto al trend della passata stagione di circa 50 – 60 mila euro.
Non avendo subito effrazioni, furti, rapine e non avendo mai registrato l’attivazione dell’allarme di cui è dotato l’esercizio commerciale, per A. B. l’ammanco si è presentato come un misterioso stillicidio. “Un flusso emorragico sottile ma costante” come lo hanno definito gli uomini della Digos, tanto che l’uomo ha iniziato a nutrire concreti sospetti sull’eventuale azione furtiva di qualche abituale cliente e dubbi sulla lealtà dei suoi due collaboratori.
Non riuscendo a trovare il bandolo della matassa e considerata l’ingente somma sottratta A. B. ha quindi sporto denuncia contro ignoti presso la Questura di Lecco. Le conseguenti indagini condotte dalla Digos, autorizzate dalla Procura di Lecco, con l’impiego di telecamere nascoste, hanno consentito di appurare come gli autori dei quotidiani ammanchi di denaro fossero proprio i due coniugi ex titolari dell’esercizio commerciale sui quali A. B. aveva riposta la sua massima fiducia. Infatti, F. R. e la moglie A. A. godevano di ampio credito da parte del nuovo titolare tanto da aver largo margine di manovra nelle attività del locale gestendo sia tutto il settore degli acquisti e dei contatti con i fornitori, sia le casse.
Dalla capillare analisi delle immagini, gli investigatori hanno scoperto come, ogni giorno lavorativo, i due ex titolari asportavano somme di denaro dalla cassa principale e da quella secondaria nella quale venivano custodite banconote per far fronte ad eventuali necessità di cassa. Inoltre i due effettuavano ricariche telefoniche senza versare il dovuto importo.
In particolare gli investigatori hanno potuto constatare come F. R., alle prime ore del giorno lavorativo e prima di dare inizio all’attività all’interno del locale, raggiungeva il settore della cassa a carponi al fine di non essere notato dall’esterno mentre armeggiava nei cassetti e concentrava la sua attenzione sul contenuto della cassetta secondaria custodita sempre nel medesimo luogo, dalla quale sottraeva regolarmente, con disinvolta e movimenti abituali varie banconote da 10 e 5 euro.
Diversamente la moglie con velocità e maestria degna di un prestigiatore stando alla cassa e tenendo d’occhio i movimenti del titolare dell’esercizio commerciale e degli altri collaboratori intascava alcuni incassi senza riversarli nella cassa. Tale era la sua velocità che gli investigatori, per definire con precisione i momenti e le entità dei furti, hanno dovuto rivedere più volte le immagini a rallentatore.
Le investigazioni hanno fatto emergere come queste attività illecite siano stato poste in essere già da molto tempo prima dei fatti accertati; infatti, la cadenza giornaliera ed oraria dei furti, abbinati alle indiscusse doti di destrezza e sicurezza anche emotiva degli indagati evidenziate dalle immagini, a cui si aggiunge il fatto che sono persone avvezze a questo tipo di reati, hanno convinto gli investigatori della Digos che tale abile “modus operandi” sia stato affinato dall’esperienza maturata nel suo ripetersi nel tempo all’interno del bar.
Nel periodo interessato dalle indagini, è emerso che le somme rubate erano pari a circa 1000 – 1200 euro alla settimana che, rapportate ai circa 18 mesi di attività come dipendenti, raggiungono abbondantemente la cifra di circa 60mila euro denunciata dal titolare come ammanco.
Stando a quanto emerso, la ragione di queste azioni risiede verosimilmente nel tenore di vita condotto dai due coniugi probabilmente al di sopra delle loro già decorose disponibilità. Dopo le perquisizioni eseguite dalla Digos di Lecco nella loro lussuosa villa di residenza, situata nella Brianza lecchese, i due coniugi sono stati messi davanti alle loro responsabilità e denunciati, come già anticipato, per il concorso nel reato di furti aggravato e continuato.

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