Nottataccia per il Soccorso Alpino, l’intervento in Grigna è finito alle 2

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GRIGNETTA SOCCORSO

PIANI RESINELLI – Una vera e propria nottataccia quella passata in Grignetta (Grigna Meridionale) dai volontari del Soccorso Alpino che hanno concluso l’intervento iniziato nel pomeriggio di domenica quando ormai era notte fonda.

I circa trenta volontari intervenuti hanno potuto tirare il fiato quando scoccavano le due di notte ora in cui hanno raggiunto sfiniti i Piani Resinelli consegnando il ferito al personale medico giunto a bordo dell’ambulanza, l’ultimo dei tre alpinisti in difficoltà sulla Cresta Segantini, per la precisione nel punto chiamato Lingua.

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Il ferito ben imbarellato

Tutto è cominciato nel pomeriggio di domenica, verso le 15, quando è stata lanciata la richiesta di intervento dai tre alpinisti. Mentre erano in cordata, legati in conserva, uno ha perso l’equilibrio ed è scivolato, trascinando gli altri per una cinquantina di metri. Si sono fermati su una lingua di neve fresca, che ha bloccato la caduta.

Notizia che avevamo dato alle 18.45, raccontando il salvataggio di due di loro grazie anche all’intervento dell’elisoccorso giunto da Como – vedi articolo – uno è stato portato all’ospedale di Como e il secondo, illeso, è stato accompagnato presso il Centro operativo del Bione sede della Stazione Grigne di Lecco.

Ma sulla Cresta era rimasto il terzo alpinista, ferito e, probabilmente, quello più malconcio. Con il calar della sera e l’impossibilità quindi di utilizzare l’elicottero, è stato necessario un recupero via terra con i volontari del Soccorso chiamati ad un intervento d’altri tempi. 

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Immane lo sforzo e il rischio corso dalle squadre di intervento che hanno dovuto imbarellare il ferito e issarlo con complicate e delicate manovre per portarlo fuori dal punto in cui era caduto e, una volta guadagnata la cima, hanno potuto intraprendere la discesa lungo il sentiero Cermenati giungendo ai Piani Resinelli quando ormai l’orologio segnava le due esatte.

“Si è trattato di un intervento tecnicamente molto complesso e delicato, svoltosi con condizioni atmosferiche estreme, per la presenza di vento forte e con temperature particolarmente rigide, con rischio di ipotermia sia per l’alpinista, sia per i soccorritori, che hanno operato in notturna – spiegano dal CNSAS –  Tutto si è comunque concluso nel migliore dei modi; l’uomo è stato accompagnato a valle, attraverso un tragitto lungo, che richiede competenze tecniche specifiche, dove infine è stato preso in carico dall’ambulanza per il trasporto all’ospedale di Lecco”.

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