VALMADRERA – Le condizioni di salute di don Amintore Pagani sono migliorate, così i medici hanno deciso che può continuare a casa la sua convalescenza. Il sacerdote ora rassicura i fedeli e ci tiene a ringraziarli per l’affetto che gli hanno dimostrato in questo difficile momento.
“Ora sto meglio, sono convalescente, ma il peggio è passato – dichiara don Amintore – e sono commosso per tutto l’affetto che i fedeli mi hanno dimostrato con telefonate e preghiere”.
Il sacerdote si è sentito male la mattina del 31 dicembre ed è finito in coma durante il trasporto all’ospedale. Dopo un iniziale ricovero in terapia intensiva, le sue condizioni sono andate via via migliorando finché i medici hanno deciso per la dimissione.
“Da qualche tempo soffrivo di affanno – racconta il sacerdote – mi mancava il respiro a fare le scale, ma dopo qualche attimo di riposo mi passava. La mattina del 31, invece, ho capito che la situazione era più complessa del solito, ho chiamato il 118 e i soccorsi sono stati tempestivi, una volta in ambulanza ho perso i sensi e da lì non ricordo più nulla fino a quando, giorni dopo, mi sono risvegliato in ospedale e ho potuto felicemente constatare che la testa funzionava ancora bene: ero intubato e non potevo parlare, ma riconoscevo le persone intorno a me e capivo ciò che mi dicevano. Mi hanno raccontato che ho avuto anche un arresto cardiaco, ma di questo io non ho memoria”.
Questo brutto episodio, per don Amintore è stata l’occasione di toccare con mano quanto affetto i fedeli valmadreresi e non, hanno nei suoi confronti: “Non pensavo di essere entrato nel cuore di così tanta gente – confessa – ho ricevuto moltissime telefonate e so che tante persone hanno pregato per me, mentre ero in ospedale, poi, sono venuti a trovarmi anche tanti preti tra cui don Adelio, don Tommaso e anche il prevosto di Lecco monsignor Cecchin. Mi fa davvero piacere tutto questo affetto che mi ha stupito in maniera positiva”.
Chi conosce don Amintore sa che a lui non piace stare con le mani in mano, infatti, il sacerdote afferma: “Il mio desiderio ora sarebbe quello di recuperare al cento per cento tutte le attività che facevo prima dalle messe alle confessioni, ma non so se e quando questo sarà possibile. Io, poi, seguivo 120 malati a cui portavo la comunione, purtroppo non credo di poterlo fare ora perché fatico a camminare, ma comunque voglio essere loro vicino, quindi userò il telefono”.
“Il Signore ha deciso di lasciarmi qui ancora un po’ – conclude don Amintore – quindi io voglio riprendermi per tornare a fare del bene, soprattutto poter ascoltare le persone e dare loro dei consigli, mettendo a disposizione l’esperienza che ho maturato in questi 60 anni di sacerdozio: la vita va spesa facendo del bene e, poi, è bello poter vedere le persone felici”.