Via alla raccolta fondi per donare all’ospedale un nuovo Linac

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Il gruppo di Cancro Primo Aiuto durante la presentazione del progetto di raccolta fondi
Il gruppo di Cancro Primo Aiuto durante la presentazione del progetto di raccolta fondi

LECCO – L’Ospedale Manzoni ha bisogno di un nuovo acceleratore lineare, o Linac, per curare i suoi malati di cancro e l’associazione Cancro Primo Aiuto ha deciso di impegnarsi in prima linea lanciando una raccolta fondi per poterlo acquistare.

Le nuove richieste di cure, l’innovazione tecnologica, l’età delle attuali apparecchiature che le espone a una manutenzione sempre più frequente, con il rischio di impreviste interruzioni del servizio, hanno spinto Cancro Primo Aiuto a lanciare l’ambizioso progetto di raccogliere sufficiente denaro per poter comprare un acceleratore lineare, che è il componente di apparecchiature ad alto contenuto tecnologico usate per la radioterapia, da donare al nosocomio lecchese.

A dar vita all’iniziativa sono stati in particolare i consiglieri lecchesi di Cancro Primo Aiuto guidati da Antonio Bartesaghi, vicepresidente della onlus e delegato a seguire le problematiche della provincia di Lecco.

“Una simile operazione – dichiara  Flavio Ferrari, amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto – è stata già portata avanti lo scorso anno in provincia di Sondrio: lì, grazie alla collaborazione delle istituzioni locali, Provincia in testa, alla generosità dei valtellinesi e al contributo di Regione Lombardia, l’impresa è andata in porto”.

“La radioterapia dell’Ospedale di Lecco cura circa 850 pazienti all’anno e ha attualmente a disposizione due acceleratori lineari – spiega Carlo Soatti, direttore della Radioterapia al Manzoni e vicepresidente di Cancro Primo Aiuto – una macchina del 2008 con cui siamo in grado di erogare quasi tutti i tipi di trattamento evoluti oggi necessari per la cura del cancro, anche se non dispone di lettino in grado di correggere i gradi di rotazione, e una seconda macchina, installata nel 1999 al momento della nascita del “nuovo” Ospedale Manzoni, che era la Formula 1 di quell’anno. Ma, come per le automobili, con il tempo sono cambiati e migliorati gli accessori. Quello che allora era il meglio oggi… Normalmente un’apparecchiatura di radioterapia viene considerata anziana dopo 10 anni e vecchia dopo 15. La nostra ormai ha raggiunto il pieno della terza età”.

“La nostra attenzione verso gli ammalati – afferma Bartesaghi – ci ha spinto ad accogliere questo segnale di allarme lanciato dall’ospedale: non vorremmo si verificassero situazioni in cui, a causa di un imprevisto blocco macchina o una manutenzione prolungata, i malati fossero costretti a cercare un altro ospedale per continuare a curarsi. Con il rischio di compromettere la loro già precaria salute. Perciò abbiamo deciso di portare avanti questa raccolta fondi. Su questo progetto vogliamo coinvolgere anche altre aziende: non per nulla facciamo la conferenza stampa a casa di Confindustria. Dare un contributo alla comunità in cui si vive è un dovere morale che ogni imprenditore deve sentire”.

Testimonial dell’iniziativa sarà il campione di canoa Antonio Rossi, assessore regionale allo Sport: “Con Cancro Primo Aiuto ci siamo dati un obiettivo ambizioso, ma conosco la tenacia dell’associazione e la generosità dei lecchesi, per cui sono convinto che si raggiungerà l’obiettivo, anche con l’aiuto della Regione”.

Nei prossimi giorni verrà aperto un conto correntesu cui sarà possibile cominciare a fare le donazioni. “Naturalmente lungo il corso dell’anno predisporremo una specifica campagna pubblicitaria e verranno proposte specifiche iniziative per raccogliere i fondi necessari – conclude Bartesaghi – Ma invitiamo fin d’ora anche gli organizzatori delle tante manifestazioni di cui è ricca la nostra provincia a prendere in considerazione la possibilità di destinare una parte del loro ricavato a sostenere questa iniziativa perché il Manzoni abbia presto un nuovo acceleratore lineare”.