LECCO – Acqua quanto mi costi? A Lecco più il triplo rispetto a quanto spendevamo nel 2007 secondo il dossier elaborato da Cittadinanza Attiva che ha analizzato la situazione del servizio idrico e delle tariffe in ogni provincia italiana.
In provincia di Lecco, il costo dell’acqua è passato dai 123 euro all’anno per famiglia agli attuali 346 euro.
Fra i capoluoghi di provincia, le città più care secondo l’inchiesta sono risultate essere quelle le toscane: Firenze, Pistoia e Prato con € 563 euro, seguono Grosseto e Siena con € 562. Il primato positivo va ad Isernia (€120, tariffa invariata rispetto all’anno precedente); segue Milano con i suoi €136 (ed un aumento dell’8,7%). I maggiori incrementi rispetto all’anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (+17%).
Impressiona il dato su Lecco e l’Ufficio d’ambito, l’organo politico composto dagli amministratori dei Comuni lecchesi e che indirizza politicamente la gestione del servizio idrico, ha voluto chiarire i motivi di tali aumenti.
“L’entità dell’incremento deriva principalmente dal primo provvedimento, col quale si è avviata la complessiva riorganizzazione del servizio idrico integrato, la cui gestione, dal 1 novembre 2010, è affidata ad un unico soggetto sull’intero ambito territoriale ottimale – spiega il presidente Paolo Negri – alla stessa data anche la tariffa, che è il corrispettivo del servizio affidato, è unica sull’intero territorio provinciale”.
L’incremento, secondo quanto riferito dallo stesso Negri, è stato particolarmente rilevante per il Comune di Lecco nel quale, spiega Negri, “non solo la tariffa era inferiore rispetto alla media provinciale, bensì anche le fasce di consumo erano molto ampie, con una tariffa agevolata applicata fino a 96 metri cubi all’anno e una tariffa base applicata fino a 240”.
“La tariffa unica d’ambito ha uniformato non solo i corrispettivi unitari, ma anche le tipologie d’uso e le fasce di consumo per i vari usi, precedentemente anch’essi diversificati a livello locale, e ha rideterminato queste ultime in funzione di un uso consapevole della risorsa idrica, assumendo a riferimento, per l’uso domestico, un’utenza composta da 3 unità, rideterminando per le fasce agevolata e base i nuovi limiti di 54 e 165 metri cubi all’anno – ha proseguito – L’incremento nel capoluogo lecchese, pur se molto elevato, determina un livello tariffario, in termini assoluti, inferiore alla media nazionale. Ma questo, paradossalmente, in virtù del ritardato avvio della riforma, tanto è vero che le tariffe più elevate si registrano in Toscana dove la riorganizzazione del servizio idrico integrato è stata avviata in tempi più brevi, mentre gli incrementi inferiori si registrano negli ambiti territoriali in cui la riforma non è ancora attuata”.

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