
LECCO – Dopo i fatti accaduti nel Tribunale di Milano lo scorso giovedì, dove la sparatoria ad opera di Claudio Giardiello ha causato la morte di quattro persone (vedi articolo), anche il Palazzo di Giustizia lecchese ha aumentato le misure di sicurezza, estese ora a tutti i “frequentatori” del Tribunale.

Su disposizione del sostituto procuratore Paolo del Grosso infatti, per tutti coloro che varcano l’ingresso dello stabile di Corso Promessi Sposi vige l’obbligo di posizionare borse e zaini sul nastro trasportatore e di passare attraverso il metal detector: “La norma dovrà essere osservata da tutte le persone che entrano in Tribunale, dai dipendenti degli uffici ai cittadini agli avvocati, anche quelli conosciuti – ha spiegato uno degli addetti alla vigilanza, Angelo Spagnuolo – mentre per giudici e magistrati c’è un apposito ingresso dove si identificano passando il proprio badge.”
Uno solo l’ingresso al Tribunale, diviso in due entrate, una riservata appunto ai magistrati e ai giudici e l’altra, provvista di metal detector, per tutti gli altri utenti: “Agli avvocati era consentito passare da parte al metal detector, mostrando il loro tesserino riconoscitivo – ha continuato la guardia – ma ora la musica è cambiata”, e di fatto lo spazio a fianco del rilevatore è stato transennato, determinando un percorso obbligato.
Stesso discorso per i parcheggi disposti sul retro dello stabile, da una settimana riservati unicamente alle forze dell’ordine, mentre “prima non era raro che si lasciassero parcheggiare dipendenti o giornalisti” ha raccontato il signor Luigi, da sei anni dietro al banco ‘Informazioni’del Tribunale.
Una sicurezza necessaria dopo il triste episodio milanese, come spiegato dall’addetto alla vigilanza: “I pazzi ci sono ovunque, ho assistito a delle scenate da parte di individui a processo per casi di sfratto o divorzio che davano in escandescenza per non poter parlare col giudice o con un avvocato. Per fortuna fino ad oggi non è mai successo niente di grave, è capitato di dover fermare delle persone con in borsa oggetti taglienti come forbici e taglierini, nell’ultimo mese ci sono stati cinque casi, l’ultimo proprio ieri: una donna aveva in borsa un paio di forbici, si è poi scoperto essere una dipendente dell’Ospedale che aveva dimenticato l’oggetto; abbiamo provveduto ad identificare la persona e a sequestrare temporaneamente le forbici che le sono state restituite quando ha lasciato il Tribunale.”
Casi dunque di disattenzione più che realmente sospetti quelli che saltuariamente interessano il palazzo di giustizia lecchese ma, come ricorda un detto, “la prudenza non è mai troppa”. E l’allerta, rimane alta.

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