La Sagra dei 125mila. La mini expo valsassinese

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Cosa dicono gli espositori? Sono entusiasti se sono alla loro prima esperienza. “Molta gente è interessata“, commentano. E assicurano la loro presenza per l’anno prossimo. I veterani hanno notato un certo atteggiamento prudenziale nella spesa, ma al bilancio dell’ultimo giorno rivelano risultati simili alla scorsa edizione. E i visitatori che commentano? Qualcuno quasi con un punto di orgoglio rivela di essere un aficionado puntuale ad ogni edizione, altri più austeri scivolano via affermando: “Non si può non venire“.

Quanta Valsassina c’è in Sagra? Non poca anche se potrebbe essere molta di più. Premana è la regina dei luoghi rappresentati, anche storicamente, Celso Fazzini è davvero il veterano perché presente fin dalla pre edizione nel 1965, in contemporanea anche se più giovani con i fratelli Rusconi. Entrambe le famiglie ci vengono E poi ci sono i Gianola, Sanelli, Pomoni. A continuare con le località rappresentate, rispondono all’appello Margno, Taceno, Vendrogno, Introbio, Pasturo, Barzio, Moggio, Cremeno e outsider Ballabio.

E Lecco? Lecco e la Brianza sono presenze importanti, rappresentano la maggioranza. Insomma Barzio è un polo rilevante. La sua dimensione, la collocazione temporale, la gratuità, il carattere popolare con pubblico eterogeneo, che va dagli adolescenti, ai giovani, alle famiglie fino agli anziani costituiscono per la kermesse asset peculiari che connotano una identità. La Valsassina ne è cosciente, negli incontri preparatori durante l’anno in Comunità montana, tutti i Comuni lo riconoscono, ma ancora non hanno trovato una via concreta per far ricadere sul territorio gli effetti positivi di questa mini expo. A parte l’indotto delle maestranze (alla ristorazione, come commessi, come parcheggiatori, ecc.),  degli appartamenti affittati a chi viene da fuori, dei bed&breakfaste, degli alberghi compresi quelli “senza il bagno in camera”, come ha riferito un po’ sorpresa per la cosa una standista.

Flash d’immagini. Le ragazze di Pagnona con il loro costume, campanacci del Bimbo (massiccio intagliatore alto un paio di metri) a scandire le ore, giovani donne incinte, Pucci Ceresa – presidente dell’ente organizzatore: associazione La Fornace – con carriola a distribuire e posizionare i cestini dei rifiuti, cani di tutte le età, razza e dimensioni, un ermellino a guinzaglio, bimbi incantati di fronte alle marionette. Coppie ai primi approcci, quelle di anziani e quelle di mezzo con il lui o la lei più avanti con le amiche o i nipoti. Coppie a cercarsi perché “disperse”.

Dunque la 46esima è stata una edizione che graziata dal tempo ha raggiunto ragguardevoli livelli di presenze; il prossimo anno si replica incedendo verso il mezzo secolo. Le date per la scampagnata in montagna saranno dall’11 al 19 agosto.