
LECCO – Sarebbe passata dal suo appartamento per recuperare vestiti ed alti effetti personali ma la visita sarebbe degenerata in qualcos’altro, tanto da costringere la vittima a chiamare i Carabinieri.
Protagoniste dell’episodio approdato questa mattina davanti al Collegio giudicante del foro lecchese due donne, residenti in Provincia di Lecco, unite da una relazione definita “burrascosa” dai testimoni ascoltati nel corso dell’udienza.
Era passata la mezzanotte la sera del 24 settembre 2013 quando alla centrale dei Carabinieri di Cremella giungeva una richiesta d’intervento, rievocata questa mattina da uno degli uomini che presero parte all’uscita: “La richiesta proveniva dalla casa di una signora che conoscevamo, spesso infatti litigava col marito e non era raro dover intervenire. Entrato in casa mi sono diretto in camera da letto, da dove mi chiamava: era seduta sul letto, con le spalle appoggiate alla spalliera, completamente nuda e in evidente stato di shock – ha raccontato il Carabiniere – così le ho chiesto di rivestirsi e dopo averla calmata ha raccontato di essere stata violentata da un’altra donna che era stata a casa sua. Visto lo stato disorientato e scioccato della donna abbiamo provveduto a chiamare il 118 che dopo averla esaminata sul posto l’ha condotta all’ospedale di Merate dove è stata sottoposta a tampone vaginale”.
A confermare la relazione sentimentale tra le due donne sono quindi stati due amici, chiamati a testimoniare: “Penso avessero una relazione – ha raccontato uno di loro al PM titolare del fascicolo Silvia Zannini – ma litigavano spesso. La sera del 24 settembre la mia amica mi telefonò per dirmi che era appena stata violentata e le consigliai di chiamare subito i Carabinieri”.
L’altro testimone, conoscente invece dell’imputata, ricorda di averle dato lui stesso quella sera un passaggio a casa della compagna: “Ero stato al suo bar a bere un caffè, come tutte le sere. Dovevo andare a comprare le sigarette e mi chiese se potevo darle un passaggio. Era arrabbiata si vedeva, avevo intuito avessero ancora litigato – ha raccontato – capitava spesso e anche in pubblico. Comunque il tabacchino era a pochi metri dall’appartamento della compagna e quando sono sceso mi aveva detto che si sarebbe allontanata per pochi minuti. Tornato in auto lei non c’era, l’ho chiamata due volte e alla fine mi ha richiamata dicendomi che stava scendendo e la vidi arrivare con un borsone. Salendo in macchina mi informò che aveva provveduto a recuperare le sue cose. In tutto sarà stata assente una ventina di minuti”.
Entrambi i testimoni si sono dichiarati all’oscuro dell’esistenza di una denuncia per aggressione fatta proprio dall’imputata, nei confronti di alcuni familiari della vittima, circostanza rievocata dal legale difensore Angela Massaro.
Assente quest’oggi la parte lesa, si ritornerà in aula il prossimo 3 dicembre per la testimonianza della vittima e quindi dell’imputata.

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