
LECCO – È accusato di aver rapinato le Poste di Acquate nell’agosto 2012 Marco G., condannato quest’oggi dal Tribunale di Lecco a una pena di 4 anni e tre mesi di reclusione e al pagamento di 750 euro di multa oltre che alle spese processuali.
“Alleggerita” la pena di 5 anni e un mese e il pagamento di 2.100 € inizialmente richiesta dal Pubblico Ministero Silvia Zannini per il reato di rapina aggravata.
L’imputato, come emerso nel corso dell’istruttoria dalle testimonianze – tra cui quella dell’operatore postale presente il giorno della rapina – si era reso responsabile anche del furto di un motorino presso il Bar Gazebo, situato a pochi metri dall’ufficio postale, furto denunciato dal proprietario alle forze dell’ordine giunte sul posto poco dopo la rapina. Con questo mezzo di trasporto l’uomo avrebbe quindi raggiunto le Poste di Acquate per poi fuggire con il bottino di oltre 700 euro.
A permettere il riconoscimento del rapinatore era stata la descrizione rilasciata dalla vittima il giorno dopo l’accaduto, che aveva associato l’uomo entrato nell’ufficio postale ad un cliente che qualche mese prima si era presentato con fare scontroso alle Poste di Lecco per una questione di eredità. Il riconoscimento era quindi proseguito, confermando la corrispondenza tra rapinatore e G.: l’operatore aveva infatti riconosciuto l’uomo attraverso alcune fotografie e, curiosamente, dall’odore acre dei vestiti che erano stati sequestrati dagli uomini della Polizia nell’appartamento dell’imputato.
Dal canto suo Marco G., difeso dall’avvocato Richard Martini, prima del ritiro del collegio per decidere la sentenza ha voluto dichiarare la sua innocenza:
“Questa rapina me la stanno tirando addosso – ha detto – ho abitato ad Acquate per 40 anni mai più farei una cosa del genere davanti alla casa dove abitano i miei genitori. È vero che mi è capitato, vent’anni fa, di farne qualcuna, ma poi ho messo su famiglia e mi sono messo a posto”.
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