Fiom pronta a manifestare: in 200 da Lecco a Roma

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LECCO – Metalmeccanici lecchesi pronti a scendere in piazza a Roma, questo sabato, per la manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per il rinnovo del contratto di categoria, contro la legge di stabilità e contro le novità introdotte con il Jobs Act

“Unions per giuste cause” è lo slogan della manifestazione e dal capoluogo manzoniano partiranno in duecento tra lavoratori e rappresentanti sindacali; la Fiom lecchese ha già organizzato due pullman per raggiungere la Capitale.

L’iniziativa del sindacato segue l’incontro dello scorso cinque novembre con Federmeccanica nel quale la Fiom ha presentato la propria piattaforma per un rinnovato contratto nazionale collettivo del lavoro. La posizione dell’associazione datoriale sarebbe però molto distante rispetto a quella della Fiom.

“Federmeccanica guarda a spostare la contrattazione sul piano aziendale, noi invece vogliamo riconfermare il contratto nazionale e migliorarlo nella qualità – spiega il segretario provinciale Diego Riva – I lavoratori hanno pagato più degli imprenditori la crisi perché, se è vero che i fatturati sono scesi nei primi due anni di crisi, le aziende hanno scaricato sulla collettività il peso delle loro difficoltà, quindi aprendo procedure di cassa integrazione che hanno ridotto i salari percepiti dai lavoratori. Per questo crediamo ci siano le condizioni per avanzare una richiesta di aumento dei minimi tabellari del 3%”.

fiom lecco (2)La piattaforma proposta dalla Fiom nei giorni scorsi ha ottenuto il favore degli operai delle aziende lecchesi: 110 le ditte dove si sono svolte le consultazioni e sul totale di 9556 lavoratori hanno votato 5169, i “sì” sono stati la quasi totalità, il 97%.

La Legge di Stabilità e il Jobs Act, invece, secondo il sindacato non “guardano nella direzione giusta. Si abbassano i costi fiscali per le aziende, la riduzione dell’Irap e gli incentivi alle assunzioni, ma non per i lavoratori. Anzi, i tagli alle risorse per i servizi come i due miliardi in meno sulla sanità, rischiano di creare ulteriori aggravi alle famiglie. Riguardo alle pensioni – prosegue Riva – la nostra preoccupazione è per i giovani che, se non saranno coperti da una pensione integrativa, rischiano di percepire in futuro un contributo per nulla dignitoso. Si va in piazza perché la crisi non è finita, perché dal prossimo anno non sarà più possibile utilizzare la cassa integrazione per cessata attività, perché lo statuto dei lavoratori, frutto delle battaglie sindacali del passato, è stato svuotato del suo contenuto”.

Contro il Jobs Act, la Fiom sta preparando la strada anche per un referendum abrogativo, consultando preventivamente i lavoratori su questa eventuale iniziativa.