LECCO – “La fedeltà al servizio, espressa nel nostro Corpo, qualifica l’agire di ognuno di noi. La Vergine Maria ci indica la strada, insegnandoci che è sempre possibile percorrere la via di un dovere assunto con fedeltà e rigore morale, senza tentennamenti e con impegno di giustizia ed equità , anche di fronte a situazioni difficili e complesse”.
Il tenente colonnello Rocco Italiano, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, si è rivolto ai suoi uomini dall’ambone del Santuario della Nostra Signora della Vittoria, dove sabato mattina i militari si sono riuniti per celebrare la Virgo Fidelis, la loro santa patrona, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, i sindaci e delle altre forze dell’ordine.
Nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis” è iniziato subito dopo l’ultimo conflitto mondiale ed è stato istituito ufficialmente nel 1949 da papa Pio XII che ne ha stabilito la celebrazione il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber.
La fedeltà è ciò che ha ispirato la scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, una fedeltà propria di ogni soldato che serve la Patria, così come dell’Arma dei Carabinieri, “Nei secoli fedele”.
“La Virgo Fidelis si fa trapassare da una spada per non sottrarsi al proprio dovere, così come voi dareste la vita per fare la cosa giusta” ha sottolineato monsignor Maurizio Rolla, vicario episcopale di Lecco, che ha celebrato la santa Messa insieme a don Andrea Lotterio, parroco di Malgrate e cappellano di tutte le forze dell’ordine.
“La gente fa affidamento su di voi nel momento del bisogno, vi racconta le proprie vite perché si fidano di quella divisa. Vi prego – ha detto monsignor Rolla guardando i militari ed anche i rappresentanti delle istituzioni – non siate mai superficiali, perché loro vi confidano quello che sono”.
Ad accompagnare la cerimonia sono stati i canti della Schola Cantorum “Sant’Antonio Abate” di Introbio che ha ricevuto i sentiti complimenti da parte del comandante. Emozionante l’abbraccio tra il comandante Italiano e il reduce Giuseppe Faccinetto, medaglia d’argento, decorato sul fronte africano nella seconda Guerra mondiale.
“Abbiamo un compito,uno scopo nella nostra vita, serviamo – ha sottolineato Italiano – Siamo servitori dello Stato e dei suoi cittadini, dei più deboli, al servizio della legge contro ogni forma di abuso e sopraffazione. Contro la legge della forza, il debole ha soltanto il sostegno della forza della legge. Il nostro servizio è un contributo di inestimabile valore alla comunità civile, affinché non precipiti nella crisi più pericolosa che possa affliggere una comunità umana, la superiorità dell’arbitrio sulla legge, della violenza sulla giustizia”.

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