Laika di Celestini: commuove, smuove, fa ridere e riflettere. Chapeau!

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LECCO – Un Ascanio Celestini travolgente nella sua ultima fatica: Laika. Un monologo di un’ora e mezza circa, quello andato in scena ieri sera, sabato, strappando applausi e risa al numeroso pubblico lecchese del Teatro della Società, ma che lo ha fatto profondamente riflettere.

Personaggio davvero complicato quello che Ascanio porta in scena: Gesù. Il figlio di Dio di ritorno sulla terra, che da un monolocale spoglio di periferia posto davanti ad un supermercato, non redime, non salva ma osserva (nonostante la sua cecità) gli uomini di oggi. I suoi occhi sono quelle di Pietro (voce fuori campo di Alba Rohrwacher) mentre sul palco con lui Gianluca Casadei e la sua fisarmonica a voler simboleggiare il Pietro fisico.

 

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Credo e scienza, fede e ragione si confrontano e “fanno a pugni” davanti ad un modo di persone disagiate, sofferenti, ognuna con la sua storia, ognuna con i suoi problemi da risolvere “hic et nunc” (qui e ora).

Il Gesù di Celestini cerca di capire queste persone per aiutarle, nel tentativo di compiere uno sperato miracolo che mai arriverà: la vita va avanti inesorabile per com’è. E l’unico miracolo che alla fine dello spettacolo si compie, è l’azione concreta, volontaria e comunitaria, dei suoi personaggi: una vecchietta con la “testa un po’ impicciata” a causa di una malattia neuro-degenerativa e una prostituta che avrebbe dovuto farsi suora ritrovandosi poi sul marciapiede, che decidono di scendere in strada per protestare contro le guardie nel tentativo di salvare la vita ad un barbone di colore costretto a vivere in strada dopo aver perso il lavoro di facchino a seguito di un incidente sul lavoro.

 

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Uno spettacolo dove i protagonisti: il facchino, la vecchietta, la prostituta, commuovono, portano lo spettatore a riflettere, strappano sorrisi alcuni dei quali amari e davanti agli occhi del pubblico ecco dispiegarsi l’ordinario nella sua livida realtà che per paura, timore ed egoismo non vediamo o facciamo finta di non vedere.

 

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Laika è uno spettacolo da vedere, il cui nome è un omaggio che l’attore romano fa alle cavie umane e non solo, che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi, come la cagnetta russa, appunto Laika, primo cane lanciato nello spazio nel lontano 1957, in nome della scienza e mai più tornata.