VARENNA – “I consiglieri di “Vivere Varenna” sono convinti che “al piccolo sindaco che ha fatto solo il proprio dovere”, autoproclamatosi “baluardo della politica vera”, non basterebbe passare per un quarto grado di giudizio per rendersi conto che la sua costante abilità nel “far mistero” nulla può di fronte alle parole tratte dalla sentenza che lo ha condannato già in primo grado”.
A distanza di alcun giorni dalla sentenza con cui la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal sindaco, Carlo Molteni, contro la sentenza che lo condannava a una multa di 1.000 euro per omissione di atti d’ufficio per non avere a suo tempo fornito a un consigliere comunale di minoranza copia dell’elenco dei richiedenti dei box e dei posti auto riservati ai residenti presso il parcheggio multipiano realizzato in viale Polvani, il gruppo consiliare di minoranza fa sentire la propria voce.
Pinuccio Dajelli, Nives Balbi e Mauro Manzoni scrivono: “Parole limpide e inequivocabili: “Quanto più volte dichiarato dall’imputato, ossia che il documento (la lista di soggetti interessati a ottenere i 50 posti riservati ai residenti a canone agevolato) non aveva nessun valore, è palesemente contraddetta dalla circostanza che sia stato ricevuto e tenuto negli uffici comunali e che sia stato sottratto (secretato) alla disamina di soggetti titolati all’accesso (i consiglieri di minoranza Bonati e Balbi)”. E’ falso inoltre che il sindaco abbia risposto alle richieste dei consiglieri di minoranza per ben quattro volte”.
I tre esponenti di opposizione osservano al riguardo che “se le prime due hanno avuto riscontro, le ultime richieste del consigliere Bonati (rispettivamente del 24 maggio e del 13 giugno 2008) sono rimaste inevase, così come risulta, ancora a chiare lettere, dalla stessa sentenza: “Il sindaco ha riscontrato solo al prefetto, ma non ha invece preso in esame le nuove richieste del consigliere comunale, né per consegnare copia dell’atto richiesto, né per spiegare le ragioni del permanere del rifiuto”.
“Parole – concludono nella loro nota i consiglieri di “Vivere Varenna” – che contengono in sintesi tutta la verità sul caso e che ci indurranno a vigilare che non siano i varennesi a pagare ammenda e spese processuali generate da questo paladino della trasparenza”.