LECCO – Sono stati molti gli amici, i conoscenti e i parenti che martedì pomeriggio hanno riempito la chiesa parrocchiale di San Giovanni a Lecco per dare l’ultimo saluto al farmacista Paolo Gioffredi, venuto a mancare lo scorso 29 dicembre a 63 anni mentre trascorreva le vacanze natalizie alle Maldive insieme alla sua famiglia (vedi articolo).
La morte del dottor Gioffredi ha colpito duramente sia la comunità del rione di San Giovanni, dove svolgeva la sua attività professionale, che quella di Laorca, rione nel quale risiedeva, e alla cerimonia funebre celebrata dal parroco don Emilio Colombo sono stati in molti a stringersi nel dolore attorno alla moglie Ivana e alla figlia Alessia.
“Di fronte alla definitività della morte la vita acquista un significato più profondo e alto”, sono state queste le parole che don Emilio ha pronunciato durante l’omelia, dopo la lettura di un passo del Vangelo di Giovanni, nella quale ha fatto riferimento all’esperienza di vita terrena di Gesù Cristo “attraverso la quale possiamo trovare una lettura della morte, che dal semplice punto di vista umano è solo un incomprensibile enigma che appare ingiusto”.
“Quando era in vita Gesù era pieno di passione – ha raccontato il parroco – chiunque lo incontrasse poteva vedere il suo ardore, non era un uomo dimesso, ma aveva grande passione per le piccole e le grandi cose. Durante la sua esperienza terrena, Gesù rimase profondamente colpito dalla morte del suo maestro San Giovanni Battista ma, proprio in quel momento in cui vide riflessa anche la propria fine, la sua vita assunse un significato più serio. Senza la serietà di fronte alla morte, la vita sarebbe solo un gioco, un videogame in cui è possibile resettare e ricominciare tutto da capo, senza un significato più profondo”.
Prima di lasciare che il corteo di amici e parenti accompagnasse il feretro di Paolo Gioffredi alla sepoltura, don Emilio ha concluso il rito funebre sottolineando un messaggio di speranza: “Con la vita di Gesù abbiamo la testimonianza della Resurrezione, con Nostro Signore la vita va oltre la morte stessa e la sepoltura non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo”.