ESINO – Dopo poco più di mezzo secolo dall’inaugurazione del 1959, il Museo delle Grigne di Esino Lario cambia volto, in vista del raduno mondiale di Wikipedia che il paese lariano ospiterà a giugno.
È stata inaugurata sabato, infatti, la nuova sede del museo, il cui edificio si trova nella cornice di Villa Clotilde, uno dei simboli di Esino e sede della biblioteca del paese e dell’Archivio Pietro Pensa. La struttura, realizzata su progetto degli architetti Flavio Cattaneo ed Eugenio Dell’Era, si inserisce nel magnifico contesto del parco della villa.
“Nato negli anni ’30 ad opera del parroco Giovanni Battista Rocca, il museo ha da allora contribuito a far conoscere e tramandare le peculiarità di un territorio straordinario come quello di Esino”, ha spiegato il presidente dell’associazione Amici del Museo delle Grigne, Carlo Maria Pensa.
Originariamente situato nei pressi della Chiesa Parrocchiale San Vittore, negli attuali spazi del campo Sportivo, durante la seconda guerra mondiale, per evitare la dispersione del patrimonio, vide alcuni reperti trasferiti presso il museo di Varese, al fine di essere conservati. Nel dopoguerra si riprese l’iniziativa, grazie all’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Pietro Pensa, e negli anni il museo ha sviluppato una collaborazione con la Comunità Montana della Valsassina, con il museo di Premana e con il museo civico di Lecco.
Nel 1977 il trasferimento nei locali comunali in Piazza Pietro Pensa, sede precedente a quella inaugurata oggi. Nel 1998 è stata istituita l’associazione “Amici del Museo Onlus”, per contribuire a valorizzare e incrementare la collezione. La stessa associazione è dal 2008 ente gestore del “Ecomuseo delle Grigne”.
Nel 2005 l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Costante Grassi, ha il via ai lavori di costruzione della nuova sede, realizzata su progetto degli architetti Flavio Cattaneo ed Eugenio Dell’Era. Negli anni successivi, con il Sindaco Giovanni Dell’Era vengono realizzati i progetti di completamento del Museo, con una sala polifunzionale e gli allestimenti.
Con l’attuale sindaco Pietro Pensa e grazie all’impulso di Wikimania sono stati portati a termine i lavori di sistemazione del parco e il trasferimento di tutte le collezioni del museo ora esposte al pubblico in uno spazio ampio e luminoso, fino al completamento dell’opera inaugurata sabato.
La cerimonia ha visto presenti, insieme al sindaco di Esino Pietro Pensa, il presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo, l’assessore regionale Antonio Rossi, l’onorevole Veronica Tentori, il presidente della comunità montana Carlo Signorelli, il presidente della Fondazione della Provincia di Lecco Mario Romano Negri, la responsabile della soprintendenza per i beni archeologici per la provincia di Varese, Barbara Grassi.
“Il museo è un primo tassello del cammino verso Wikimania — ha detto il sindaco di Esino, Pietro Pensa —. Abbiamo voluto partire da qui, dalla nostra storia, per guardare insieme al futuro. Esino e il suo territorio vogliono crescere, la nostra comunità ha voglia di crescere”.
Pur cambiando la sede, il museo rimane punto di riferimento della cultura esinese, testimone, in chiave locale, dell’evoluzione dei luoghi e dell’uomo: al suo interno contiene importanti collezioni di paleontologiche, reperti archeologici e una collezione demoetnoantropologica
Il museo contiene importanti collezioni che danno, in chiave locale, il senso degli eventi geologici e della storia, conserva infatti una raccolta paleontologica di minerali e fossili. Il territorio calcareo della Grigna è da sempre noto per la frequenza dei ritrovamenti che hanno reso famoso il nome di Esino e hanno richiamato scienziati da tutto il mondo. L’abate Antonio Stoppani descrisse nel ‘800 oltre duecento diverse forme nella sua classica monografia “Paléontologie lombarde ou description des fossiles de Lombardie”.
La collezione archeologica comprende alcuni dei reperti trovati nella val d’Esino. Questi testimoniano la diversa origine dei due nuclei abitativi del paese, Crés di origine celtiche e Psciac romana.
La collezione di attrezzi di vita quotidiana conserva strumenti di lavoro utilizzati fino ai primi decenni del ‘900. Vi sono utensili legati all’agricoltura, all’allevamento, alla produzione burro e formaggio e alla filatura della canapa.