Rossino. L’ira dei genitori e il dibattito in aula senza soluzioni

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CALOLZIO- “C’è una comunità che muore, chiediamo solo una scuola!Vergogna!”. Pesanti e concitati i toni nella serata di lunedì  durante il consiglio comunale in cui si è arrivati fino alle urla dalla platea. La bomba è esplosa; incontenibile la rabbia della settantina di genitori, e non, della frazione di Rossino schierati in prima linea per garantire ai propri bambini un’educazione d’eccellenza nella struttura vicino a casa.

La soluzione annunciata qualche settimana fa di creare una “classe aperta” non ha per niente convinto i genitori che chiedono maggiore considerazione, nessun privilegio o occhio di riguardo, “siamo disposti a metterci del nostro, come abbiamo sempre fatto, organizziamo continue iniziative per sostenere la nostra scuola”, è indiscutibile il forte senso di appartenenza a quelle che non sono considerate solo quattro mura.

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Il consigliere per la “Lega Nord” Marco Ghezzi, che ha presentato la mozione, ha attaccato la maggioranza “c’è stata una sottovalutazione del problema, la prefettura ha più volte richiamato l’amministrazione affinchè mettesse in atto procedure per riempire in modo omogeneo tutti i plessi e incentivare l’iscrizione presso quello di Rossino, ma è un invito che non avete accolto!”. La soluzione della “classe aperta”  porta con sé consistenti dubbi, nessuno riesce, infatti, a darne una spiegazione esaustiva, qualcuno ipotizza una variante delle “pluriclassi”, che di fatto accorperebbe in alcuni momenti la classe della 1° elementare con la 5° e costringerebbe a una riduzione dell’organico, calibrato su 4 classi.

L’assessore all’istruzione Wilna De Flumeri si difende sostenendo come ci siano diverse competenze e il riordinamento degli alunni non rientri in quelle comunali. Un punto caldo, o meglio, rovente, è la negazione d’iscrizione di 4 bambini non residenti che sommati agli 8 residenti e ai bambini della classe quinta avrebbero raggiunto un numero tale per cui sarebbe scattata un’ulteriore classe, “ a Rossino non c’era la possibilità di avviare la classe prima, è stato deciso di avviarla comunque come classe aperta, per garantire di vivere il percorso scolastico nella propria frazione”, incalzante la risposta di Ghezzi: “non si può negare l’iscrizione, la vostra soluzione è l’anticamera per la chiusura della scuola!”.

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In un alternarsi di interventi, grida e insulti emergono man mano tutte le complicanze, legate ai trasporti, il pullman passerebbe alle 7.15 costringendo ad aspettare oltre un’ora prima del suono della campanella, “non sono le società d’autolinee a doversi adattare, le scuole possono prevedere orari diversi conformi al passaggio dei bus” così l’assessore De Flumeri, che rincara la dose :“al termine di questa settimana un alunno inizialmente iscritto a Rossino si è spostato a Foppenico” .

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L’assessore alla cultura, Luca Valsecchi, peggiora la situazione: “quello che ci dite ci scivola addosso– rivolgendosi  ai genitori-  il problema della scuola di Rossino si trascina da tempo, certe scelte devono essere dettate dall’alto, è solo un gioco al massacro, su  11 plessi la necessità dei tempi è di chiuderne almeno 2 o 3”.

La maggioranza continua la controffensiva  riportando i dati: 11 edifici scolastici per 10 plessi, 115 aule disponibili di cui solo 60 utilizzate, adatte per potenzialmente oltre 2000 alunni, ma sono 1200 ne usufruiscono.“ Il problema è a livello nazionale,  è molto più ampio” sostiene l’assessore Cola, anche il vicesindaco Massimo Tavola  parla della fine del periodo delle vacche grasse e di un calo demografico nazionale, “ditemi voi con quale buon senso si può suggerire ai genitori di Foppenico, Sala e Pascolo di andare a Rossino?”.

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Intervento lucido, quello di Dario Gandolfi che attacca la maggioranza tanto quanto l’opposizione: “Lo spettacolo è stato disgustante, bocciata la maggioranza, che fa promesse mentre il tempo passa e le cose non cambiano, boccio l’opposizione che strumentalizza questo problema. Ai cittadini di Rossino dico purtroppo cercate di prepararvi a cercare voi una soluzione idonea alla montagna, le sirene che cantano stasera non ascoltatele, stasera ho sentito parlare solo di aule, non di spazi per i bambini! Non mi interessa la scuola fuori casa, mi interessa una scuola di qualità. Se fossi in voi, chiederei che venga predisposto un piano di passaggio dei vostri figli ad altro plesso, ma un piano ragionato che preveda la mensa,  i trasporti e la qualità dei servizi, non le fandonie che si sono dette stasera. Fate proposte di gestire voi la montagna non accettate imposizioni dal basso”.

L’ultimo intervento, prima delle dichiarazioni di voto,  è stato quello del sindaco Cesare Valsecchi: “possiamo scrivere un’ altra lettera al provveditorato, per chiedere che sia data la quinta classe, una lettera firmata da tutti i capogruppo, in cui si chiede un’ulteriore deroga per risollevare il problema agli organi preposti a decidere, non prendiamo impegni che non possiamo ottemperare”.

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Si dichiara a favore della mozione leghista, che sottolinea come non ci voglia essere nessuna strumentalizzazione politica, la Casa delle sinistre, con Eleonora Rota che afferma “avete la responsabilità e l’obbligo di cercare una soluzione”; ha espresso voto contrario la maggioranza, bocciando la mozione e rendendo ingestibile la rabbia e il dissenso.  La seduta  è stata sospesa per oltre mezz’ora e l’assessore Sonia Mazzoleni, abitante proprio della frazione montana, ha parlato a lungo direttamente con i genitori cercando di spiegare le motivazioni e di spegnere gli animi, abbandonando poi l’aula, lasciandosi alle spalle il totale caos e qualche vignetta satirica.consiglio comunale calolzio_ rabbia_ rossino (9)

Al termine delle grida, degli insulti, degli attacchi all’insegna dei rimbalzi di colpe è stato detto tutto e il contrario di tutto, il consiglio è continuato secondo l’ordine del giorno, ma nessuna soluzione è stata trovata, o quantomeno cercata in un clima di cooperazione e di incontro, a discapito dei bambini, come del resto quasi sempre accade.

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