LECCO – “Ripartire dalle scuole per fermare il gioco d’azzardo” con queste parole Don Mazzi si rivolge alla platea di sindaci, amministratori comunali, docenti e dirigenti scolastici presenti, sabato mattina, nella sala conferenze del Palazzo delle paure per l’incontro contro il gioco d’azzardo, organizzato all’interno del progetto “non giochiamoci il futuro” e in occasione della mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo gioco” campagna di educazione contro il gioco d’azzardo allestita dalla fondazione Exodus.
Un incontro volto a sensibilizzare i cittadini sulla dipendenza dal gioco d’azzardo che ogni anno mieta sempre più vittime, molte di esse in età giovanissima.
Tra i vari relatori intervenuti nel corso della mattinata Don Antonio Mazzi , grazie alla sua esperienza, ha portato alcune proposte per contrastare questo fenomeno dilagante: “ Il tema del gioco d’azzardo può essere affrontato in mille modi diversi, ma tutti siamo consapevoli che dove non ci sono né cultura né solide basi, il risultato che ne deriva è superficiale – ha esordito Don Antonio Mazzi – Per questo motivo occorre iniziare dalle basi, dalla collaborazione con le scuole; il mondo delle nuove generazioni deve essere cambiato, dobbiamo agire e scendere in campo poiché non voglio e non vogliamo perdere una generazione intera di ragazzi; con le istituzioni scolastiche si deve programmare, lavorare costantemente e portare avanti azioni che ‘colpiscano’ sia i ragazzi sia, di riflesso, genitori e famiglie”.
L’associazione Exodus di Don Antonio Mazzi, si occupa da vari anni del contrasto al gioco d’azzardo: “ Inizialmente abbiamo creato un centro di consulenza dedicato alle vittime del gioco d’azzardo, ma col passare del tempo ci siamo accorti che non era sufficiente – ha spiegato Franco Taverna dell’associazione Exodus – Abbiamo capito che dovevamo rivolgerci direttamente alle nuove generazioni per evitare altre vittime, per questo motivo 2 anni fa, attraverso la collaborazione di 60 vignettisti italiani, abbiamo iniziato ad allestire una campagna di sensibilizzazione itinerante volta a contrastare il gioco d’azzardo. La campagna non si configura come soluzione al problema, ma è un mezzo per sensibilizzare i più giovani” .
Il 26 giugno 2014 è stata allestita la prima mostra itinerante, una data non casuale, difatti in questa data ricorre la ‘”giornata contro le droghe” e “il gioco d’azzardo è la nuova droga del 2000”.
“Una droga che mette in crisi tutti, non solo le vittime, ma anche noi clinici: i malati di gioco d’azzardo arrivano a valanghe e molti di loro hanno solo 20 anni – ha illustrato Simone Feder del movimento No Slot – come espresso da Don Mazzi bisogna incominciare dalle scuole perché purtroppo, dispiace dirlo, ma per gli adulti ormai è troppo tardi, li abbiamo già persi”. A Bergamo si sono già mossi i primi passi in direzione delle scuole: il dirigente scolastico territoriale orobico ha permesso, su proposta della fondazione Exodus, di effettuare un’indagine sugli stili di vita di 15mila studenti adolescenti bergamaschi, portando alla luce dei risultati che fotografano una situazione drammatica.
Il 24% dei giovani ha un famigliare che tutti i giorni, o quasi, gioca d’azzardo, il 58.2% dei ragazzi dichiara di giocare d’azzardo, il 31% del 17enni scommette abitualmente e infine il 20% dei figli dei giocatori d’azzardo è solito scommettere.
“Grazie alle ricerche che abbiamo effettuato, abbiamo scoperto che i giovani più vulnerabili sono coloro che passano molto tempo davanti alla tv o nei bar, vittime della pubblicità e di ambienti saturi ; al giorno d’oggi troviamo slot machine persino nelle farmacie e questo ci fa comprendere come per colpa di questo macchinette molti esercizi pubblici abbiano perso la loro destinazione d’uso” ha concluso Feder.
Una battaglia, quella contro il gioco d’azzardo, che non deve limitarsi ad un livello comunale, ma si deve estendere a quello provinciale e regionale per poter “garantire a tutti una migliore qualità della vita” ha sottolineato Pierfranco Maffè di Anci Lombardia.
Un fenomeno quello del gioco d’azzardo che, purtroppo, è molto sentito nel nostro territorio: le stime riferiscono infatti di un numero che varia dai 1700 ai 7500 giocatori patologici residenti in provincia di Lecco e di un numero doppio di giocatori problematici, ovvero di persone che utilizzano una parte significativa del loro reddito per il gioco. Non solo, la provincia di Lecco è al 14° posto in Italia per spesa di gioco pro-capite su slot machine e video lottery terminal, per una spesa media annua a persona di circa 1.400 euro e per un totale di oltre 470 milioni di euro l’anno.
A fronte di questa drammatica situazione, nell’ambito delle iniziative attivate da “Non giochiamoci il futuro” trovano spazio azione concrete volte al contrasto del fenomeno e, fra queste, la realizzazione e la promozione a livello provinciale di un regolamento di gestione del tema dell’azzardo che entri nel merito degli orari, delle distanze e di tutti quegli aspetti normativi che ne consentano un ridimensionamento.
Tutto questo per poter finalmente delimitare una dipendenza che ogni anno divora e condanna moltissime famiglie.