LOMBARDIA – Lieve flessione per le esportazioni dei distretti tradizionali della Lombardia nel primo trimestre 2016, nell’ordine del -1,8% a valori correnti.
Sul dato hanno inciso una contrazione dell’1% delle vendite nei mercati maturi (componente primaria dell’export) e un calo del 3,2% delle vendite nei mercati emergenti. Nello specifico, si segnala una flessione del 4,6% delle esportazioni in Francia, del 5,2% nel Regno Unito e dell’8,7% in Svizzera.
Sostanzialmente stabile sul livello del primo trimestre 2015 l’export diretto verso il mercato tedesco (-0,4%) e quello statunitense (0,1%). In aumento, nel trimestre gennaio-marzo 2016, le vendite in Spagna (+8,9%), nei Paesi Bassi (+9,8%) e in Belgio (+6,3%). Dal punto di vista dei mercati emergenti, si segnala il forte calo delle vendite in Algeria (-39,6%) e nella Federazione Russa (-34,1%). In flessione anche le esportazioni in Turchia (-6%), Repubblica Ceca (-9,7%), Romania (-4,2%).
Per contro, sono cresciute le vendite in Polonia (+9,8%) e in Cina (+16,1%). Solo dieci distretti, fra i ventitré analizzati di matrice tradizionale, si sono distinti per una crescita delle esportazioni in apertura d’anno. In testa legno di Casalasco-Viadanese, meccanica strumentale di Varese, seta-tessile di Como.
Fra i distretti che, invece, hanno incassato i risultati peggiori di export, si annoverano i metalli di Brescia, il riso di Pavia e i vini di Franciacorta. Le esportazioni dei quattro poli tecnologici lombardi hanno subìto una flessione del 5,4% nel primo trimestre 2016 (a valori correnti), proseguendo sul cammino già intrapreso nella fase terminale del 2015. Solo il polo farmaceutico lombardo presenta esportazioni in crescita, recuperando parzialmente quanto lasciato sul terreno lo scorso anno