
LECCO – Centoventi giorni di tempo per presentare al tribunale un piano concordatario: la richiesta, accettata dal palazzo di giustizia lecchese, giunge dalla Filca, cooperativa edile con sede a Lecco che nelle scorse settimane aveva già avviato alla mobilità 53 dei suoi 83 dipendenti.
L’azienda avrebbe presentato richiesta di concordato al tribunale il 19 luglio, ai sindacati la notizia è giunta solo giorni più tardi: “Ci siamo sentiti presi in giro – commenta dalla Fillea Cgil il segretario Giuseppe Cantatore – avevamo appena siglato l’accordo per le mobilità ed un accordo sindacale per tutelare al meglio i lavoratori, ai quali l’azienda deve ancora il pagamento di nove buste paga arretrate e il Tfr”.

“Retribuzioni che l’azienda si era impegnata a pagare entro la fine dell’anno nell’accordo che prevedeva la collaborazione con gli istituti di credito per ottenere la somma necessaria a ripagare i dipendenti entro fine anno, compresa la buona uscita a luglio; Filca , tagliando i costi della propria struttura attraverso le mobilità, si sarebbe impegnata a concludere le proprie commesse ancora aperte e a vendere il patrimonio immobiliare, rientrando dal prestito concesso dalle banche”.
Il rischio, secondo Cantatore, è che ora le scadenze, in particolare quelle per il pagamento dei dipendenti possano saltare: “L’azienda si tutela dall’aggressione dei creditori, ma 120 giorni di tempo sono un’infinità per lavoratori e famiglie rimaste senza un reddito; l’incentivo alla mobilità che era previsto a luglio non è stato versato e temiamo che accada lo stesso per le nove retribuzioni arretrate spettanti ai dipendenti”.
Il sindacato sta ora valutando di impugnare i licenziamento: “L’accordo non è stato rispettato, non c’è un piano industriale e quindi la causale per gli esuberi. Chiederemo presto un incontro al commissario giudiziario per verificare la situazione e chiedere provvedimenti”.

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